Venerdì 19 Aprile 2024

Ansia contagi, ma gli atleti vogliono gareggiare

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A due giorni dalla cerimonia inaugurale dei Giochi, l’imperatore giapponese Naruhito scende in campo: venerdì sarà anche lui in tribuna, per sostenere il Paese, lanciato verso la grande sfida delle Olimpiadi al tempo del Covid. Ora dopo ora, si infiamma lo scontro fra chi vuole andare avanti e chi vorrebbe fermarsi in tempo. A Tokyo è arrivato anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, il numero 1 dell’Oms. Ed ha lanciato un messaggio di speranza: "Che queste Olimpiadi possano essere fonte di speranza e unità per raggiungere l’equità vaccinale e mettere fine alla pandemia". Chi vuole fermare i Giochi, invece, ha lanciato un’ultima petizione: 14 fra accademici scrittori e giornalisti l’hanno consegnata con 140mila firme al governo metropolitano della città, con l’appello per cancellare le Olimpiadi. La situazione sanitaria si aggrava, la variante Delta non risparmia l’estremo oriente e ogni aereo che atterra a Tokyo viene visto come una nuova minaccia. Sono attualmente 67 i contagi da Covid fra gli accreditati e la domanda che si fanno in molti è: cosa succederà con un cluster nel villaggio olimpico? Il capo del comitato organizzatore, Toshiro Muto, che fino ad oggi aveva escluso un possibile annullamento dell’ultimo minuto, ha detto: "Non possiamo prevedere come evolverà il numero dei contagi. Se ci sarà un picco di casi, continueremo a confrontarci". Per Muto, "noi rifletteremo sul da farsi quando la situazione si presenterà". Ma la sua è stata una dichiarazione quasi dovuta dopo le incalzanti domande sugli scenari olimpici nel caso ci fosse un’escalation dei contagi. E il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, ha ribadito ieri che "la cancellazione dei Giochi non è mai stata una opzione".

"Fateci gareggiare" è il coro che si leva da gran parte degli atleti. "I rischi ci sono – ha detto l’ex oro olimpico inglese Greg Rutherford – ma non farci gareggiare non sarebbe giusto". Proprio da altri atleti britannici, però, arriva la sensazione di "panico" che affermano di provare dopo che a Yokohama sei di loro, del team di atletica, sono stati posti in isolamento per contatto con una persona positiva.