Martedì 23 Aprile 2024

Anche Berrettini out: Tokyo non è per tennisti

Matteo si arrende a un infortunio e non ci sarà, ben 25 dei primi 50 al mondo hanno dato forfait. Pesano i premi maggiori degli altri tornei

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di Paolo Grilli

L’ultimo della lista è Matteo Berrettini, ed è il nome che mai avremmo voluto vedere. A Tokyo, nel tennis, sembra quasi esserci una gara parallela: quella a non partecipare. Alla faccia di De Coubertin. Un forfait tira l’altro, con un tasso di rinunce di gran lunga superiore a quello di qualsiasi altro sport.

Matteo, dopo la storica, anzi già leggendaria finale raggiunta a Wimbledon, ieri ha alzato bandiera bianca ed è stato un fulmine a ciel sereno. "Mi sono sottoposto ad una risonanza per controllare l’infortunio alla gamba sinistra che mi sono procurato durante Wimbledon – ha precisato su Instagram il gigante romano, numero 8 al mondo – e l’esito non è stato ovviamente positivo. Non potrò competere per alcune settimane e dovrò stare a riposo. Sono devastato all’idea di non poter giocare le Olimpiadi".

Siamo convinti che lo stop di Berrettini non sia studiato. E che davvero lui avrebbe voluto portare i colori molto in alto ai Giochi. Ma fotografiamo pure la situazione, che è quella di una fuga generalizzata con la racchetta in mano dalla sfida a Cinque Cerchi.

L’origine della ritirata è ben facile da immaginare, e non può che risiedere negli scarsi introiti generati dal torneo olimpico, a differenza degli altri che con i loro premi sono poi l’unica fonte di guadagni (fatta eccezione per gli sponsor) per i giocatori dell’Atp. L’oro olimpico pesa, ma gli altri di più.

Il primo ad aprire la lista degli assenti eccellenti è stato Rafael Nadal. L’eterno lottatore, giusto un mese fa, ha parlato di una "doverosa decisione" rinunciando alla chance olimpica (ma l’oro l’ha già vinto nel 2008 in singolare...) per preservare il suo fisicaccio un po’ logoro e presentarsi rinvigorito agli appuntamenti autunnali del tennis. Poi è stato l’eterno rivale, Re Roger Federer (l’oro olimpico l’ha vinto solo in doppio con Wawrinka, sempre nel 2008) a gettare la spugna appena finito il suo Wimbledon ai quarti: colpa di un ginocchio che non gli dà proprio pace, e che alla soglia dei 40 anni rappresenta lo snodo anche del suo finale di carriera.

Venticinque dei primi 50 tennisti dell’Atp non ci saranno in Giappone. Tra le donne va appena meglio: 15 le assenti. Un’ecatombe sportiva. Arrivederci e arigato. Tra gli illustri declinanti, Thiem, Shapovalov, Bautista, Ruud, De Minaur, Goffin, Wawrinka e Isner. Ma anche e soprattutto Jannik Sinner. "Decisione dolorosa, devo concentrarmi sulla mia crescita", ha postato l’altoatesino dopo un’uscita di scena non gloriosa a Wimbledon a inizio luglio. "Così mortifica la competizione con i valori più alti", ha commentato senza metti termini Corrado Barazzutti, ex capitano dell’Italia di Coppa Davis. "Rispetto la scelta ma non la condivido", ha detto più diplomaticamente il presidente del Coni Giovanni Malagò.

A Tokyo allora puntiamo su Lorenzo Musetti. E chissà che non sia proprio il toscano uno dei protagonisti. Ci sarà poi Novak Djokovic, numero 1 al mondo, 34 anni. Sulla carta potrebbe risparmiarsi per puntare all’Us Open di fine agosto completando uno storico Grande Slam. Lui vuole di più: il Golden Grande Slam, aggiungendo l’obiettivo dell’oro ai Giochi ai quattro tornei Major. "Per me, giocare per la Serbia è sempre stata una gioia e una motivazione speciale e farò del mio meglio per rendere tutti felici! Andiamo!" ha twittato sabato “Nole“ prima di volare in Giappone. De Coubertin applaudirebbe e sorriderebbe, arricciando i baffoni.