Giovedì 18 Aprile 2024

Altro Giro, altro regalo: Carapaz non trema

Il primo tappone di montagna non cambia la classifica, Hindley guadagna solo con l’abbuono. Al traguardo esulta il ceco Hirt

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di Angelo Costa

Classico topolino partorito dalla montagna, a segnare il primo tappone alpino del Giro è un abbuono: al traguardo dell’Aprica se lo prende Jai Hindley, lo sfidante ufficiale del favorito Carapaz, giocandosela con lui allo sprint. Quattro secondi, giusto il tempo per consentire all’australiano di avvicinarsi in classifica a tre sospiri e far sentire più calda la sua presenza: se poi questo va catalogato alla voce spettacolo dopo una giornata in alta quota, con tre salitone e oltre cinquemila metri di dislivello, beato chi lo crede.

Sul tracciato che svelando Pantani è passato alla storia, altra storia: davanti gli uomini fuori classifica a contendersi la tappa, dietro gli uomini di classifica a marcarsi stretti. E’ una corsa di logoramento più che di forza, che i primi due della classe chiudono insieme a un Landa formato ’vorrei ma non riesco’, con Almeida ancora lì a difendersi con i denti e un generoso Nibali a limitare i danni. Se ne riparla alla prossima, sapendo che con questo passo in montagna si rischia di consegnare il verdetto alla crono di Verona, 17 chilometri in tutto: in un Giro fin qui non irresistibile, non stupirebbe.

Dev’essere per questo che il pensiero di giornata è non aspettare Almeida: di quelli che stanno meglio è classifica, è il più forte contro il tempo. "Speravo nell’abbuono, ma guadagnare sul portoghese rende buona la mia giornata", segnala non a caso la maglia rosa, che a sua volta deve il suo vantaggio su Hindley all’abbuono di un traguardo volante. Segnali diversi arrivano da Nibali, che da campione fatica ad accettare di aver perso terreno nel finale. "Ho cercato di gestirmi, il ritmo dei primi si è rivelato alto. Giorno dopo giorno mi sentivo meglio, ma oggi ho pagato: magari nelle prossime tappe le difficoltà potrebbero incontrarle gli altri...", butta lì il siculo. Peggio di lui l’altro grande vecchio, Pozzovivo, prima caduto in un prato poi staccato.

A non andare in difficoltà è il ceco Jan Hirt, che a trent’anni si regala il primo successo in un grande giro e anche una personale rivincita: sul Mortirolo tre anni fa sotto il diluvio fu l’unico a resistere a Ciccone, al quale si arrese poi in volata. Stavolta fa tutto bene, infilandosi nel fugone sul Goletto, restando davanti con altri sei sul Mortirolo prima di riprenderli e staccarli uno alla volta sul Santa Cristina. Dando un tocco di sapore a un tappone insipido.

Ordine d’arrivo 16ª tappa Salò-Aprica di 202 km: 1) Jan Hirt (Cec, Intermarchè) in 5h 40’45’’ (media 35,569), 2) Arensman (Ola) a 7’’, 3) Hindley (Aus) a 1’24’’, 4) Carapaz (Ecu) st, 5) Valverde (Spa) st, 6) Landa (Spa), 7) Kamna (Ger) a 1’38’’, 8) Almeida (Por) st, 9) Nibali a 2’06’’, 12) Pozzovivo a 4’11’’.

Classifica: 1) Richard Carapaz (Ecu, Ineos) in 68h 49’ 06’’, 2) Hindley (Aus) a 3’’, 3) Almeida (Por) a 44’’, 4) Landa (Spa) a 59’’, 5) Nibali a 3’40’’, 6) Pozzovivo a 3’48’’, 7) Bilbao (Spa) a 3’51’’, 8) Buchmann (Ger) a 4’45’’, 9) Hirt (Cec) a 7’42’’, 10) Valverde (Spa) a 9’04’’, 17) Fortunato a 27’20’’.