golf, Ryder Cup agli USA

Gli americani dominano la sfida con gli europei infliggendo la più pesante sconfitta della storia recente della competizione. Ora rivincita attesa a Roma nel 2023

ANSA

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La 43esima edizione della Ryder Cup va agli Stati Uniti che, in Wisconsin, superano per 19 a 9 l’Europa. Dal 1979 (e quindi da quando il confronto mette di fronte Usa e Vecchio Continente) nessuna delle due squadre era riuscita a imporsi sull’altra con un margine così ampio. Al Whistling Straits Golf Course di Kohler la compagine capitanata da Steve Stricker (nato e cresciuto in Wisconsin) si riprende il trofeo e, come accaduto cinque anni fa in Minnesota, torna a vincere davanti al proprio pubblico. Dopo aver dominato in lungo e in largo, rispettando i pronostici e mettendo in mostra il talento di un gruppo composto da otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Sconfitta amara per l’Europa, con Rory McIlroy in lacrime e la voglia di mettersi presto alle spalle una delusione pesantissima.

Nella compagine a stelle e strisce l’assoluto è protagonista è stato Dustin Johnson. Secondo nel world ranking, ha regalato cinque punti agli Stati Uniti vincendo tutti gli incontri disputati. Emulando così quanto fatto da Francesco Molinari nel 2018 a Parigi. L’ultimo americano a riuscire in questa impresa fu, nel 1979, Larry Nelson. Per Johnson anche il Nicklaus-Jacklin Award, da dividere con lo spagnolo Sergio Garcia, riconoscimento ricevuto dai due per sportività, lavoro di squadra e performance.

Quella del Wisconsin va in archivio, la Ryder Cup tornerà protagonista nel 2023 quando, al Marco Simone Golf & Country Club e per la prima volta in Italia, si disputerà l’attesa sfida tra Europa e Usa. Appuntamento dunque tra due anni, con l’Italia che ha raccolto il testimone dagli Stati Uniti e si prepara ad accogliere il torneo di golf più importante al mondo. Arrivederci, dunque, a Roma.

Trionfo Usa, delusione Europa – E’ stata una Ryder Cup a senso unico. Nei doppi come nei singoli gli Usa hanno dominato, con l’Europa mai in partita. In vantaggio per 6 a 2 dopo la prima giornata, gli Stati Uniti hanno allungato il passo e chiuso la seconda sull’11 a 5. Alla ricerca di un autentico miracolo sportivo, nei 12 incontri singoli il Vecchio Continente ha conquistato un totale di quattro punti contro gli otto degli americani. Rory McIlroy ha illuso gli ospiti superando per 3/2 Xander Schauffele, medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo. Immediata la reazione degli Usa con Patrick Cantlay (ottimo il suo torneo) che ha battuto Shane Lowry per 4/2. Dopo è toccato a Scottie Scheffler, giocatore che si esalta nei match play, prendersi la soddisfazione di sconfiggere nettamente (4/3) Jon Rahm, l’ultimo dei continentali a mollare e il primo giocatore a conquistare 3,5 punti in Ryder Cup da numero 1 al mondo. Poi Bryson DeChambeau ha mandato ko (3/2) un altro iberico, Sergio Garcia (primatista per punti realizzati e incontri vinti in Ryder Cup). A concedere il mezzo punto della gloria è stato Collin Morikawa, bloccato sul pari da Viktor Hovland. Con gli Stati Uniti ormai irraggiungibili, sugli spalti s’è scatenata la festa dei tifosi americani. “Usa, Usa”, incessante il coro che ha spinto gli yankee al trionfo. Ma l’avanzata dei padroni di casa non s’è fermata in campo con un Johnson da record che ha regolato (1 up) Paul Casey. Dunque è toccato a Brooks Koepka sbarazzarsi (2/1) di Bernd Wiesberger. Inutile il sussulto di Ian Poulter, 3/2 contro Tony Finau. Ma Justin Thomas, per nulla sazio, ha vinto (4/3) contro Tyrrell Hatton mentre l’inglese Lee Westwood (al 47esimo incontro giocato in Ryder Cup, eguagliato il primato di Phil Mickelson) s’è tolto lo sfizio di arginare (1 up) la concorrenza di Harris English. Botta e risposta continuo tra Tommy Fleetwood e Jordan Spieth, con il match che si chiude in parità. A chiudere la festa americana è Daniel Berger che batte (1 up) di misura Matthew Fitzpatrick. La coppa va agli Stati Uniti, implacabili, che riscattano così la debacle di Parigi 2018 (quando i continentali s’imposero per 17,5 a 10,5).

Le dichiarazioni dei due capitani

Steve Stricker, Usa – “Questa è la squadra più forte della storia della Ryder Cup. E’ la vittoria del gruppo, di un team che ha giocato in maniera fantastica dominando l’avversario. Non ho mai vinto un torneo del Grande Slam ma adesso posso dire che questo successo è il mio Major”. E’ la soddisfazione di Steve Stricker al termine del torneo.

Padraig Harrington, Europa – “Il dispiacere è grande ma gli Stati Uniti hanno meritato il successo, giocando meglio. E’ stata comunque una competizione entusiasmante dove il tanto pubblico presente ha dato ulteriore slancio agli Usa”. Queste invece le dichiarazioni di Padraig Harrington.