Dalla Generazione Fede alla Generazione Greg

L’Italia ha chiuso in corsia trionfalmente gli Europei di nuoto a Roma

 Gregorio Paltrinieri e Lorenzo Galossi (Ansa)

Gregorio Paltrinieri e Lorenzo Galossi (Ansa)

Dalla Generazione Fede alla Generazione Greg. Dove Fede indica ovviamente Federica Pellegrini e Greg è la abbreviazione in codice di Gregorio Paltrinieri.

In un simbolico passaggio di consegne, tra la Divina e il Nettuno, l’Italia delle piscine ha chiuso trionfalmente a Roma un Europeo che alla voce medagliere indica il numero 35. Tredici sono gli ori (ultimo, quello della 4x100 mista maschile), tredici gli argenti, nove i bronzi.

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Dietro e dentro le cifre, che pure parlano da sole, c’è molto di più. C’è, senza esagerare, l’istantanea di un Paese che ha cambiato pelle. Mettendo idealmente le pinne.

Trent’anni fa, sul finire del secolo, in Italia il nuoto era ancora un esercizio riservato a fachiri della vasca. Novella Calligaris, prima azzurra a vincere un titolo mondiale nel remoto 1973, aveva sì indicato una strada, ma era ancora una eroina solitaria.

La svolta arrivò con l’Olimpiade di Sydney, quando il ranista Fioravanti fu il primo a conquistare l’oro ai Giochi. Da allora, il Big Bang: Federica Pellegrini è diventata famosa quanto Totti o Del Piero e oggi Paltrinieri è ben più popolare di Ciro Immobile (anche perché Greg i mondiali li vince e Ciro manco li gioca).

Merito di un metodo, di una organizzazione che incoraggia i giovanissimi talenti, di una federazione che valorizza la base aiutando gli istruttori. In una nazione, la nostra, in cui non esistono scuole munite di piscina, questo è un miracolo.

Da studiare ed estendere, magari.