Giovedì 18 Aprile 2024

Atp Finals 2018, Zverev in paradiso. Djokovic crolla

Il miracolo di Sasha che con i suoi 21 anni è uno dei più giovani a firmare l'albo d'oro

Alexander Zverev vince le Atp World Tour finals 2018  (Ansa)

Alexander Zverev vince le Atp World Tour finals 2018 (Ansa)

Londra, 19 novembre 2018 - Mai dare nulla per scontato nel tennis e soprattutto nel Masters di fine anno. Puoi essere favorito quanto vuoi, i bookmakers possono dare a 6 (quota pazzesca) la vittoria del tuo avversario, tu sei n.1 del mondo, hai perso solo due partite da Wimbledon in poi (35 vittorie in 37 match), non hai perso il servizio fino alla finale concedendo solo 32 punti in 36 turni, hai battuto 64 61 il giovane finalista tedesco di 21 anni che ti ritrovi di fronte dopo 4 giorni e che in tutti gli Slam dell’anno aveva fatto flop (salvo i quarti di finale al Roland Garros), ma la vecchia legge del Masters che dice quanto sia difficile battere per due volte lo stesso avversario ha colpito ancora. Alexander (Sasha per gli intimi) Zverev, 21 anni compiuti il 20 aprile, ha battuto contro tutti i pronostici, dopo Roger Federer in semifinale, anche Novak Djokovic in finale: 6-4 6-3 in un’ora e 20 minuti. E’ il primo Maestro tedesco in 23 anni. Nel 1995 trionfò Boris Becker su Chang. Soltanto Andy Murray nel torneo olimpico 2012 a Wimbledon e Rafa Nadal due volte nel 2008 (Roland Garros e Amburgo), avevano battuto sia Federer sia Djokovic nello stesso torneo. Ma è curioso che a battere Djokovic da Wimbledon in poi siano stati soltanto tre rampolli della Next-Gen, il greco Tsitsipas a Toronto, il russo Khachanov a Parigi-Bercy e ora Sasha Zverev che aveva vinto il suo primo Masters 1000 un anno fa a Roma e già nel novembre di un anno era salito a n.3 del mondo.

Quando a Montecarlo, quest’anno dopo un inizio zoppicante per essere stato sconfitto da Chung in Australia e aver fatto tre maratone contro avversari modestucci a Parigi, gli fu chiesto se non fosse il caso di cercarsi un allenatore diverso dal padre, e cioè Ivan Lendl, quasi si arrabbiò: «Mio padre (Alex senior) senior mi conosce meglio di chiunque, da 21 anni, e nessun coach ha tirato su due giocatori dalla tecnica del tutto diversa (il fratello maggiore Mischa è mancino, gioca serve&volley, un anno fa era n.25, oggi è n.69) come noi». Sarà, ma poco prima di Wimbledon Sasha ha cambiato idea e ha preso Lendl, l’ex campione ceco vittorioso in 8 Slam e in 5 Masters che aveva condotto Andy Murray a vincere Wimbledon e US Open prima di queste Atp finals Murray (su Djokovic in finale) nel 2017. Fino al 4 pari del primo set la finale ha rispettato la regola dei servizi come mercoledì scorso. Ma a differenza di allora Djokovic non ha salvato palle break: con due errori di dritto, uno in rete e l’altro lungo ha subito il primo break del torneo. E sul 5-4 Zverev ha messo a segno 3 aces per il 6-4. 62% di prime per il serbo e 84% per il tedesco. Il secondo set per Djokovic è cominciato peggio! Ha perso la battuta nel primo e nel terzo game. Tre break di fila. Irriconoscibile lui, spento, sempre perdente in tutti gli scambi lunghi. Così Zverev, che temeva una folla ostile dopo l’episodio del raccattapalle con Federer, con un passante lungo di rovescio lungolinea ha conquistato il torneo più importante della sua carriera e 2.509.000 dollari. Le interviste dei finalisti, opinioni e commenti su Ubitennis.com