Giovedì 18 Aprile 2024

Le pagelle della Liegi Bastogne Liegi 2023. La legge di Evenepoel

Remco da padrone, nonostante il ritiro di Pogacar abbia spostato il peso della corsa tutto sulle spalle. Sufficienza per l’Italia

Evenepoel sul podio della Liegi con Pidcock (a destra) e Buitrago  (Ansa)

Evenepoel sul podio della Liegi con Pidcock (a destra) e Buitrago (Ansa)

Roma, 23 aprile 2023 – Le pagelle della Liegi Bastogne Liegi 2023, vinta da Remco Evenepoel

10 a Remco Evenepoel

Torna a correre dopo un mese ed è subito padrone: già questo spiega abbastanza. Dal ritiro di Pogacar più che guadagnare ci rimette: il peso della corsa si sposta tutto sulle sue giovani spalle. Ha in testa un piano e lo esegue a perfezione: concede il bis nella Liegi, ricordando che in questa esaltante generazione di fenomeni anche lui ha un ruolo di primissimo piano.

10 alle grandi classiche

Straordinario il momento del ciclismo, significativa la coincidenza: tutte le classiche monumento quest’anno sono state vinte per distacco da un corridore monumentale. Van der Poel alla Sanremo e alla Roubaix, Pogacar al Fiandre, adesso Evenepoel alla Liegi: tutti soli al traguardo. Il modo più spettacolare per spiegare il distacco che c’è fra loro e gli altri.

9 alla generazione Z

Podio giovane per la Decana delle classiche: ha 23 anni il vincitore Evenepoel, hanno 23 anni il britannico Pidcock e il colombiano Buitrago che gli arrivano alle spalle. Volendo, ha 23 anni anche chi si ferma ai piedi del podio, l’irlandese Ben Healy. Vien quasi il dubbio: era la classica più dura o una corsa per under 23?

8 a Tom Pidcock

In coda a una primavera con più ombre che luci, per quanto aperta dalla strepitosa vittoria nella Strade Bianche, l’inglesino strappa con i denti un podio pesante, riscattandosi nel finale dopo esser stato lasciato per strada da Evenepoel. Ha la stoffa per stare nell’élite di questo ciclismo, la sua sfortuna è trovare sempre sulla propria strada un fenomeno.

8 a Ilan Van Wilder

Se Evenepoel trova libera la pista di decollo lo deve a questo connazionale, anche lui prossimo ai 23 anni: sulla Redoute, il belga cuoce le gambe ai rivali di Remco, spianando la strada al suo baby capitano. Trova anche la forza per chiudere la sua corsa al 22esimo posto: nella squadra che fin qui aveva deluso il ricambio è già iniziato.

6 all’Italia

Fuori dai dieci, manda timidi segnali. Con Ciccone, tra gli ultimi a lasciare Evenepoel prima dell’assolo finale dell’iridato: il tredicesimo posto è figlio della fatica che nel finale presenta il conto. E con Velasco, ultimo a cedere dopo una fuga di oltre 200 chilometri iniziata con altri dieci in partenza: diciannovesimo davanti a Rota e Sobrero, il bolognese è comunque da applausi.

5 a Julian Alaphilippe

Al rientro dopo i guai al ginocchio e una primavera senza squilli, l’ex iridato si cala nei panni di aiutante per Evenepoel. E’ impeccabile per generosità nel fare il suo lavoro, ma vederlo spegnersi a 60 chilometri dall’arrivo dopo aver fatto il gregario fa male: il vero Alaphilippe, quello che accende le corse e spesso le vince, è un’altra cosa.

4 alla Spagna

Piange l’Italia, ma anche gli spagnoli non ridono: delle punte, Mas si chiama fuori in anticipo per problemi allo stomaco, Landa comincia a perdere le ruote quando ancora il gioco non si è fatto duro. Vien da rimpiangere il quarantenne Valverde, 4 successi alla Liegi: curioso che nel giorno della ‘sua’ classica l’ex campione vinca la sua prima gara in gravel…