Tour de France 2018, tappa 5. Le pagelle di Angelo Costa

Nuovo acuto di Sagan all'arrivo a Quimper dopo 204,5 chilometri Tour de France 2018, risultati e classifica dopo la tappa 5

Tour de France 2018: Sagan esulta dopo aver vinto la tappa 5 (Ansa)

Tour de France 2018: Sagan esulta dopo aver vinto la tappa 5 (Ansa)

Quimper, 11 luglio 2018 - Tappa 5 del Tour del France 2018 a Peter Sagan, autore di uno splendido strappo all'arrivo a Quimper dopo 204,5 chilometri (la partenza era da Lorient). Ecco le pagelle di Angelo Costa.

10 a Sagan. Al tricampione del mondo le grandi corse servono ormai per aggiornare i record: il bis in questa edizione gli vale la decima vittoria al Tour, oltre alla 90esima maglia verde di leader della classifica a punti, dove ha superato l’ex primatista Zabel. Che sia pronto anche per il traguardo posto in cima a uno strappo di un chilometro lo fa capire nell’ultima ora di corsa, quando non esce mai dalle prime posizioni del gruppo: lì aspetta sereno di essere ancora il primo.

8 a Colbrelli. Ottiene la libera uscita per giocarsi la tappa e lo fa alla grande: contro un extraterrestre come Sagan, può solo accontentarsi di essere il primo degli umani. ‘Mi ha fatto esplodere le gambe’, racconta subito dopo aver tentato una missione che anche stavolta sembra impossibile, specialmente dopo un finale in cui ha lavorato anche per il suo capitano Nibali. Due volate, due secondi posti: visto chi lo ha battuto in entrambe le circostanze, non può aver rimpianti.

7 a Nibali. Perfetto negli ultimi dieci chilometri, quando si mantiene fisso nelle posizioni di testa, è perfino sorprendente su un arrivo non adatto a lui, dove chiude nei primi dieci posti in scia a scattisti come Gilbert, Alaphilippe e Valverde. Non fosse stato per una cronosquadre in cui la squadra non lo ha sorretto come pensava, fin qui lo Squalo ha fatto percorso netto: è al pari degli altri favoriti e corre con una lucidità che, a gioco lungo, può diventare un’arma decisiva.

6 a Moscon. Comincia la giornata finendo in terra al primo chilometro per colpa di una moto (va peggio a Kiserlovski, costretto al ritiro), la finisce mettendo la faccia dentro le telecamere quando Sky decide di forzare l’andatura nel finale per proteggere Froome e Thomas. E a chi si lamenta che un talento così è sprecato per fare il gregario, meglio consigliare di dare un’occhiata a Kwiatkowski, un ex iridato: su questo traguardo potrebbe dire la sua, ma nella Sky al Tour anche lui deve fare il mulo.

4 a Cavendish. Peggio dei 21 minuti di ritardo con cui si presenta al traguardo, è il modo in cui li accumula: comincia già sui primi strappi, come a voler confermare di non esser più il Cav che provava a stringere i denti nelle tappe meno piatte. In questo Tour si è fatto notare per le difficoltà a sistemarsi la radiolina, che per poco non gli regala l’ennesima caduta di una stagione nerissima, e per un gesto di rabbia in uno sprint chiuso fuori dai primi venti: non servono altri commenti. 

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