Ciclismo, la pandemia blocca i controlli antidoping: 90% in meno

Il distanziamento sociale e l'annullamento delle gare fino ad agosto hanno portato ad un drastico calo dei controlli

Calati del 90% i test antidoping nei primi due mesi dell'anno

Calati del 90% i test antidoping nei primi due mesi dell'anno

Bologna, 21 giugno 2020 - La pandemia ha fermato i controlli antidoping nel ciclismo. I dati sui primi due mesi durante l'emergenza globale a causa del coronavirus sono stati pubblicati dalla CADF, ovvero la fondazione antidoping del ciclismo. Il calo sui controlli è stato imponente: il 90% in meno rispetto agli stessi mesi dell'anno scorso. Ovviamente ha pesato la totale assenza di gare in questo periodo.

2.200 test antidoping, dei quali 1.250 a sorpresa, sono stati effettuati dall'inizio dell'anno dalla CADF - lo riporta tuttobiciweb - ma ora, con la parziale ripresa dell'attività, riprenderanno anche i controlli massicci con alcune priorità stilate in un elenco di ciclisti da controllare. La pandemia invece non ferma i controlli a Colonia sui campioni raccolti durante il Tour 2017 e finiti nell'operazione Aderlass che potrebbe svelare un uso di sostanze dopanti durante quel Giro di Francia ma sfuggite ai controlli dell'epoca.