Ciclismo, torna a parlare Riccò: “Doping? Oggi forse è peggio”

L’ex scalatore radiato a vita dopo la squalifica di 12 anni, ma la sua vita ora è cambiata e gestisce due gelaterie

Riccardo Riccò

Riccardo Riccò

Roma, 16 dicembre 2020 – Riccardo Riccò è stato una grande promessa del ciclismo italiano nella prima decade del nuovo millennio, ma una squalifica per doping ha interrotto quel filo con il ciclismo che sembrava promettere più che bene. Emblematica la sua vittoria sulle Tre Cime di Lavaredo nel 2007 al Giro d'Italia, sembrava il nuovo Pantani. Per Riccò, invece, dopo la positività al CERA, 12 anni di squalifica, con possibile ritorno nel 2024, ma pochi giorni fa è arrivata la radiazione a vita. La decisione del Tribunale Nazionale Antidoping non ha però scosso Riccò che non aveva la minima intenzione di tornare.

Il modenese, infatti, gestisce oggi due gelaterie, una a Tenerife in Spagna e una a Vignola, per questo motivo ha accettato senza patemi la sentenza: “Non è piacevole tornare sui giornali, è come se fossi ancora coinvolto – ha affermato, come si legge su Oasport – Ma in realtà mi aspettavo questa decisione e non è cambiato nulla. La squalifica non mi interessa, sono uscito definitivamente da questo mondo e non farò ricorso”. Poi, un commento sulla brutta piaga del doping, un’ombra sempre presente nel ciclismo e nello sport in generale: “Io credo che oggi la situazione sia molto diversa, ma da un certo punto di vista peggiore. Le squadre più potenti hanno un vantaggio enorme, cioè permettersi mezzi e persone inarrivabili per le altre squadre”.

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