Caso Schwazer, la Wada attacca la sentenza italiana: “Mancanza di equità”

Il marciatore ha presentato ricorso contro gli 8 anni di squalifica, ma l'agenzia mondiale anti-doping tuona: “Siamo costretti a difenderci, è inaccettabile”

Alex Schwazer

Alex Schwazer

Roma, 23 aprile 2021 - E’ scontro totale tra la giustizia italiana e la Wada in relazione alla nota vicenda Alex Schwazer. Il marciatore, estromesso dalle Olimpiadi di Rio a causa di un controllo antidoping risultato positivo, dopo aver già scontato una precedente squalifica, è stato scagionato dalla giustizia italiana che ha contestualmente avanzato la teoria di un complotto ai suoi danni sulla possibile manomissione della provetta contenente la sua urina. Per la giustizia italiana Schwazer è innocente e ora l’ex campione olimpico 2008 ha presentato ricorso contro la squalifica di otto anni.

Caso Schwazer: Tas respinge ricorso contro squalifica

Wada: "Respingiamo le accuse"

Ma la Wada non ci sta. L’agenzia mondiale antidoping si è difesa con un comunicato ufficiale attaccando la sentenza di Bolzano e tenendo ferma la sua linea: tutto è stato svolto correttamente. “La Wada è scioccata dal fatto che il giudice ritenga opportuno emanare una sentenza in cui si formulano gravissime accuse senza prima dare alla Wada un'adeguata opportunità per difendersi – la dura difesa dell’agenzia, riportata da Ansa - La Wada respinge completamente le accuse mosse contro di essa dal giudice istruttore. Proprio come un qualsiasi osservatore imparziale pronto ad ascoltare oggettivamente tutte le prove". Non solo, l’agenzia ritiene che ci sia stata la totale mancanza di un giusto ed equo processo: "La mancanza di equità e di un giusto processo è chiara - si legge ancora nel comunicato - La Wada è costretta a difendersi pubblicamente in modo che osservatori leali possano comprendere i veri fatti”. Insomma, Schwazer innocente per la giustizia italiana, colpevole per la Wada: la vicenda non finisce qui.

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