Tadej Pogacar fa 50, ma il suo stile da cannibale divide

Lo sloveno continua a vincere, ma per molti si tratta di una strategia controproducente. Intanto rinuncia alla Strade Bianche per puntare alla Parigi-Nizza

Tadej Pogacar (Ansa)

Tadej Pogacar (Ansa)

Roma, 21 febbraio 2023 - Non si può restare indifferenti al cospetto di Tadej Pogacar, che come (quasi) sempre vince e lo fa non lasciando neanche le briciole ai rivali.

Niente Strade Bianche

Succede nelle corse più prestigiose, ma succede anche in quelle non proprio di primo grido di inizio stagione, in cui di solito i nomi grossi del ciclismo quasi si nascondono sia per non svelare subito le proprie carte sia per non bruciare presto energie preziose. Poi c'è lo sloveno, che nella prima settimana di gare ha toccato quota 50 vittorie in carriera: meglio di lui, a 24 anni, avevano fatto solo Eddy Merckx e Freddy Maertens. Un altro primato scritto da un corridore che, per sua espressa dichiarazione, si diverte e diverte. Sì, ma non tutti. C'è chi come l'ex direttore sportivo Johan Bruyneel (capo tra gli altri del controverso e quasi innominabile Lance Armstrong) critica aspramente il portacolori della UAE Team Emirates, reo di voler sempre vincere senza saper gestire né le proprie forze né le famose amicizie da costruire in strada con gli altri corridori. Negli occhi di tutti c'è ancora la crisi sul Col du Granon nel Tour de France 2022, giorno in cui Pogacar pagò gli scatti delle tappe precedenti restando poi in totale solitudine. Una défaillance che non ha scalfito lo sloveno, che a sorpresa rinuncia alla partecipazione alla Strade Bianche 2023 per concentrarsi sulla Parigi-Nizza 2023 e in particolare sul primo scontro diretto con Jonas Vingegaard. Tanto per restare in tema con l'indigesta scorsa Grande Boucle.

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