Giovedì 18 Aprile 2024

Mondiali volley 2018, lo Zar e il cubano. Il patto di ferro per dominare il mondo

Stasera (ore 21.15) contro la Finlandia inizia la marcia degli azzurri verso la finale Mondiali volley 2018, la pallavolo torna nel cuore degli italiani

Juantorena e Zaytsev (LaPresse)

Juantorena e Zaytsev (LaPresse)

Milano, 21 settembre 2018 - Si riparte da zero, dice Osmany Juantorena, ed è quasi vero. Perché l’Italia che stasera alle 21,15 affronta la Finlandia non può permettersi il lusso di fare troppi conti, anche se il calendario di oggi le farà sapere in anticipo come si sono divise i tre punti Russia e Olanda, le sole che possono impensierire gli azzurri nel loro girone.

Mondiali volley 2018, la pallavolo torna nel cuore degli italiani - di DORIANO RABOTTI

Si riparte da quindici, in realtà: portandosi dietro i risultati del girone precedente, Zaytsev e compagni hanno l’occasione di sfruttare il tesoretto che si sono costruiti in un primo gruppo non impossibile, eppure onorato al massimo. Perdere solo due set e nessun punto è stato il modo migliore per tradurre l’opportunità in un vantaggio alla vigilia della fase teoricamente più insidiosa. Per essere certi di passare al terzo turno, quello che porterà le migliori sei squadre del mondo a Torino, bisogna arrivare primi nel proprio gruppo, al massimo secondi con più punti di almeno altre due seconde. L’Italia oggi ha 15 punti, le potenziali rivali per l’ultimo ripescaggio ne hanno 10 (Belgio), 11 (Iran) e 12 (Serbia, Francia terza a 11). Battere la Finlandia da tre significa arrivare a 18 punti con 6 vittorie e due partite da giocare. Non sarà ancora sufficiente: diciamo che per la certezza aritmetica e senza sperare negli scivoloni altrui, da oggi a domenica di vittorie ne servono due su tre, all’Italia.

Juantorena ha vinto tutto, quindi sa che è ancora presto per alzare qualsiasi cresta, compresa quella del compagno Zaytsev: "Si riparte da capo, però lo facciamo forti di cinque vittorie che adesso contano tanto. Contro la Finlandia sarà una sfida tosta – dice l’italo-cubano –, il fatto che abbia perso tre partite nel girone precedente vuol dire poco. Sinora il pubblico è stato il settimo uomo in campo, so che anche Milano si farà sentire, vogliamo divertirci insieme". Milano risponderà, come tutta l’Italia ha sempre risposto al richiamo di una squadra figlia dei tempi, guidata da due leader come il naturalizzato Juantorena e lo Zar Zaytsev che parla da romanaccio ed è nato a Spoleto. Lui canta l’inno, il figlio di Cuba no. Qualche anno fa i due si detestavano, da avversari di club. L’azzurro li ha saputi riunire, oltre alla loro intelligenza e al linguaggio tecnico che entrambi sanno parlare, quello dei campioni.

Stasera l’impatto è col cuscino più morbido del gruppo, perché la dolce Suomi è stata portata all’attenzione dell’Europa dalla crescita avuta sotto l’ex ct Berruto, ma è chiaramente l’anello debole del lotto. In realtà è da domani contro la Russia, ancor più che domenica contro l’Olanda, che si capirà la reale consistenza delle ambizioni di Blengini e dei suoi ragazzi. Il ct e i giocatori hanno avuto un grande pregio: non hanno mai esagerato con l’euforia, ma non si mai neanche nascosti davanti alla responsabilità di fare un mondiale all’altezza dell’amore del proprio paese. L’umiltà ha pagato, ora è il momento di tirare fuori la sfrontatezza.