Martedì 23 Aprile 2024

Golf, Open d'Italia le interviste

La vigilia è stata occasione per ascoltare le dichiarazioni di Luke Donald, capitano team Europe di Ryder Cup, Edoardo Molinari e Guido Migliozzi, gli alfieri azzurri

Edoardo Molinari

Edoardo Molinari

Sebbene stia per prendere il via uno dei tornei più importanti del DP World Tour le chiacchierate al Marco Simone Golf & Country Club hanno come tema la Ryder Cup. Quella del 2023, al via il 29 settembre, avrà proprio come palcoscenico il percorso romano e l'Open d'Itali è sicuramente la vetrina migliore per provare a mettersi in mostra sotto lo sguardo di capitan Luke Donald. Edoardo Molinari riveste il ruolo di vice capitano ma potrebbe anche trovare la settimana giusta, spinto dal pubblico di casa, per provare a ottenere un titolo che il fratello Francesco ha vinto due volte. Grande occasione per Guido Migliozzi che deve cambiare marcia per poter ambire a tornare al Marco Simone a settembre.

LUKE DONALD

‘’Sono felice di essere tornato. Questa settimana ho portato con me anche la famiglia; le mie tre figlie non erano mai state in Italia quindi siamo arrivati un po’ prima (sabato scorso) e ci siamo goduti Roma, che è bellissima. Ormai siamo quasi al countdown, mancano solo 5 mesi alla Ryder Cup e l’atmosfera si fa sempre più intensa.

Da capitano ci sono tante cose da fare, ed è molto importante stare il più possibile a contatto con i giocatori, capire come si gioca sui diversi campi. Personalmente sono abbastanza soddisfatto della mia prestazione da giocatore, ho visto un miglioramento in quest’ultimo anno, ho iniziato a colpire meglio la palla dal tee e ho visto un miglioramento sul green. Quindi sono fiducioso e spero di vivere una bella settimana qui all’Open.

Certamente uno dei vantaggi di essere home Captain è che hai voce in capitolo nell’assetto del campo. Avendo giocato già l’anno scorso, la prima cosa su cui abbiamo iniziato a lavorare è stata quella di portare i fairway ad essere più stretti. Noi europei siamo abituati a campi più stretti e difficili, green non troppo veloci come invece sono abituati gli americani. Non abbiamo fatto modifiche sostanziali, solo qualche intervento su alcuni fairway e aggiunto qualche bunker. Questo è un campo divertente dove il tee shot è molto importante, e anche su questo statisticamente vanno leggermente meglio gli europei. Alla fine dei conti c’è poco che si può fare, il livello tra i giocatori è molto equilibrato, c’è soltanto qualche differenza qua e là e il nostro lavoro è quello di cercare di scovare quelle piccole potenziali differenze tra i giocatori da poter sfruttare.

In quanto capitano non posso avere dei preferiti, terrò d’occhio tutti i giocatori che potenzialmente possono entrare nel team e più sono meglio è. Certamente Guido Migliozzi ha mostrato un grande potenziale nell’ultimo anno, ottenendo una grande vittoria in Francia su un campo molto difficile. Ha fatto quello che credo possa essere stato il tiro migliore dell’anno: ricordo quel ferro 5 dove ha fatto birdie. Guido sembra che riesca a gestire bene le situazioni di stress, monitorerò il suo gioco e spero che continui a giocare così bene e che mi costringa così a tenerlo in considerazione per il team. Sarebbe fantastico averlo in squadra e sarebbe una bellissima occasione per lui in quanto italiano. La policy per i giocatori europei è sempre la stessa, potenzialmente chiunque può essere scelto e giocare nella Ryder Cup, a patto che sia un membro del tour europeo e sia nato in europa. Quest’anno abbiamo avuto un grande slancio se si guardano i vari vincitori europe, già a partire da un paio di anni fa. Per me è molto bello vedere dei bravi giocatori europei vincere e che potenzialmente potranno giocare nel team, fa bene al morale di tutti. Una volta che i 12 giocatori saranno selezionati e il team sarà completo è già previsto un viaggio qui a Roma per iniziare l’esperienza di gruppo’’.

EDOARDO MOLINARI

“È una settimana particolare. La prima cosa che mi è venuta in mente, entrando nel circolo, è che ormai manca poco alla Ryder Cup. Non vedo l’ora di iniziare a giocare l’Open, ma che soprattutto arrivi settembre.

Il campo è in ottime condizioni in considerazione del periodo stagionale. Il rough è più consistente dello scorso anno e, inoltre, abbiamo fatto apportare alcune varianti con un bunker nuovo alla buca 12 e modifiche a quelli delle buche 14 e 15. E’ normale che i fairway non siano ancora al top dato il momento, ma lo saranno sicuramente a settembre.

Stiamo facendo preparare il percorso in modo che si addica alle caratteristiche dei nostri giocatori e che possa mettere in difficoltà gli avversari, con fairway stretti e green non tanti veloci. Poi altri piccoli accorgimenti che ci teniamo per noi e che speriamo possano fare la differenza per la vittoria del Team Europe”.

I tre vice capitanti insieme nei primi due giri. “Abbiamo pensato di lasciare tranquilli i giocatori per una settimana senza far sentir loro tanti occhi addosso, mentre noi avremo modo di fare le nostre considerazioni. Quanto alle mie condizioni di forma, ho iniziato bene la stagione, al contrario di altri anni. Ho già ottenuto buoni risultati, il gioco è consistente e ho fatto dei progressi sul putting, cose che mi danno fiducia per il resto dell’anno”.

GUIDO MIGLIOZZI

‘’Fa la sua scena camminare il campo della Ryder e vedere tutte queste tribune dietro e a fianco i tee di partenza. Sono delle belle sensazioni. Sto affrontando una preparazione che sta andando bene, il campo qui al Marco Simone sembra essere in buone condizioni.

Il sogno Ryder è sempre lì, non se n’è mai andato. Adesso iniziano le gare decisive per la Road to Rome, sarà importante portare punti dopo punti in questi tornei che si giocheranno in Europa.

E’ una stagione altalenante, ci sono stati parecchi tagli mancati con qualche piazzamento importante: un periodo un po’ strano. Dopo l’India ho passato due mesi senza fare gare. Poi il rientro, prima in Giappone e poi in Corea con un rendimento positivo culminato con il -9 nel round finale in Corea del Sud che mi da buone sensazioni in vista dell’Open d’Italia.

Mi piacerebbe essere più regolare portare a casa risultati più concreti, ma accetto quello che sono, perché sono sempre stato così. Non ho mai avuto grandissimi momenti di regolarità, ma più genio e sregolatezza. Anche l’anno scorso non è stato granché, nonostante poi sia arrivato l’exploit dell’Open di Francia, anche lì con un -9 nelle ultime 18 buche che mi ha permesso di raggiungere la vittoria. Punto ad essere un po’ più regolare, anche se un po’ mi annoia. Mi piace essere così come sono, mancare qualche taglio ed essere decisivo nei momenti in cui conta per la vittoria finale.

L’esperienza della Hero Cup è stata molto importante, sia per me che per Luke Donald. Lui ha potuto vedere il comportamento di noi ragazzi novellini. Non so se oggi sono nella sua corsia preferenziale, ma posso dire che è stata una bellissima esperienza. Io come tutti gli altri dobbiamo meritarci un posto nella Ryder. Il format della Hero è un format che non siamo abituati a giocare, quindi tornare a fare un torneo a squadre e match play mi ha riportato indietro negli anni quando ero Amateur e andavo in giro a rappresentare l’Italia nel mondo con i miei compagni. E’ stato bello, un po’ come tornare alle origini’’.