Giro d'Italia 2019, le pagelle dopo la tappa 11

Doppietta per l'australiano Ewan, il campione tricolore Viviani a mani vuote. Da applausi il trio Maestri-Frapporti-Cima, da sbadigli la prima parte del Giro

Novi Ligure, 22 maggio 2019 - A trionfare nell'undicesima tappa (da Carpi a Novi Ligure) è Caleb Ewan, al bis dopo il trionfo di Pesaro, ma a tener banco è la notizia del ritiro dalla Corsa rosa di Elia Viviani (quarto in giornata). Secondo dietro Ewan, Arnaud Demare (nuova maglia ciclamino). Terzo Pascal Ackermann.

Aggiornamento: la nuova classifica dopo la tappa 11 I voti di Angelo Costa: 10 a Ewan. Se a Pesaro si era imposto con l’esplosività, stavolta fa centro di potenza: il risultato sono due successi di tappa, l’obiettivo che si era prefissato alla vigilia. Come altri velocisti, chiude qui il suo Giro, senza neanche festeggiare: lascia la corsa in fretta per tornare a Montecarlo, per problemi personali. 9 a Demare. Va a un passo dall’immediato bis, pilotato perfettamente dai compagni: gli manca il pizzico di forza per lasciarsi dietro Ewan e forse l’ha lasciato per strada, impegnandosi nei traguardi volanti con i quali riesce a mettersi addosso la maglia della classifica a punti. Con questa si prende un impegno: cercare di difenderla di qui in avanti anche in montagna. 8 a Maestri-Cima-Frapporti. E’ la compagnia di Giro che da Bologna in qua ha animato la corsa nelle tappe di pianura. Anche dall’Emilia ai piedi delle montagne, solito schema: pronti via e i tre sono già là davanti a macinar chilometri, ma soprattutto a dare un senso alla giornata del telespettatore. Finiscono stringendosi la mano: applausi. 5 a Viviani. Lascia il Giro senza vittorie, dopo averne sfiorate tre ed essersene vista togliere una dal Var: non era certo questo ciò che desiderava quando si è presentato al via da Bologna. Si congeda dicendo di voler ritrovare serenità: che l’abbia persa per la squalifica o per non aver avuto il treno giusto, il risultato purtroppo non cambia. 5 al primo Giro. Un italiano in rosa con la compiacenza di Roglic, una classifica disegnata con due crono, per il resto tanta noia: fin qui non è certo stata un’edizione esaltante. Oltre che senza montagne: la prima compare nella Cuneo-Pinerolo, che di quella mitica firmata Coppi ha solo il nome. Il Giro vero può finalmente cominciare.