Giro d'Italia 2019, oggi giorno di riposo. Per Nibali un solo rimorso

Prova di forza del campione sulle strade del 'suo' Lombardia. Carapaz è oggi il rivale più difficile

Vincenzo Nibali

Vincenzo Nibali

Como, 27 maggio 2019 - "SÌ, Carapaz va forte: è stato uno sbaglio mio e di Roglic lasciargli spazio". Chiusa la tappa formato Lombardia col bilancio in attivo, affacciandosi ad una settimana di Giro d'Italia 2019 che gli strizza l’occhio per le salite proposte, Vincenzo Nibali si concede un piccolo rimorso: per uno che non sottovaluta nessuno, aver concesso sabato all’ecuadoriano il tempo per salire in cima al trono rosa è stato un eccesso di confidenza. C’è da augurarsi rimediabile: Carapaz è buono di suo, con la maglia di leader addosso può diventarlo di più. Sul lago dei suoi trionfi, sotto gli occhi della moglie e della piccola Emma, Nibali regala un sorriso diverso rispetto a quelli che ogni giorno distribuisce ai fans: dando battaglia su e giù per il Civiglio, non solo guadagna una quarantina di secondi su Roglic, ma pure conferma di essere come il buon vino, più i giorni passano e più migliora. E’ una dote che lo tiene in corsa per un Giro dove ognuno dei tre davanti dovrà fare i conti con l’altro: è l’acqua in cui più volentieri nuota.

Ci mette molto di suo Nibali, così come Carapaz resistendogli in discesa e raggiungendolo in pianura. Il resto lo fa la sorte, voltando le spalle a Roglic: scendendo dal Sormano, con una ventina di chilometri ‘caldi’ davanti, un guaio meccanico frena lo sloveno. È veloce nel farsi dar la bici da un compagno, ma un conto è pedalare su un mezzo tuo, un conto farlo con quello di un altro: deve essere per questo che, rincorrendo l’indiavolato Nibali giù dal Civiglio, l’ex saltatore con gli sci sbaglia un curvone e si stampa di petto contro il guard-rail. Mentre lo sloveno annaspa dietro e mentre davanti Dario Cataldo va a prendersi la tappa dopo una lunghissima fuga con Cattaneo che supera anche il quarto d’ora di vantaggio, Nibali si avvia al giorno di riposo col morale decisamente alto. "Con Roglic ci siamo chiariti, anche se in certi momenti non capisco come corre: se si basa solo su di me, la corsa si apre agli altri. Senza Gavia il Giro può cambiare, ma le salite non mancano e io mi farò trovar pronto. Chi temo? Rispetto tutti, compreso Yates che sta trovando la forma adesso", dice il siculo, che prima di tornare in albergo incrocia Contador. "Mi ha detto che lui non correva mai per piazzarsi, ma solo per vincere: è l’atteggiamento di un grande atleta al quale mi sono sempre ispirato". Detta in un giorno così ha il sapore dell’avvertimento.