Perugia, 18 maggio 2021 - La prima settimana di Giro d'Italia 2021 si è chiusa con Egan Bernal in maglia rosa, a una manciata di secondi Remco Evenepoel. Terzo in classifica generale il russo Vlasov e quarto, migliore degli italiani, Giulio Ciccone. Oggi il giorno di riposo, ecco le pagelle di Angelo Costa
10 a Bernal
Fin qui non sbaglia una mossa, perfetto lui e perfetta la squadra che lo accompagna, con Ganna e Moscon in versione skilift. Voleva la maglia rosa e la ottiene prima del riposo, mostrandosi nella veste nobile che già gli ha consentito di vincere un Tour: se oltre agli avversari sta battendo anche il mal di schiena che lo affligge da tempo, il bello per lui potrà solo venire.
9 a Evenepoel
Anche per lui percorso netto, nessun errore nelle prime dieci tappe consecutive corse in carriera da professionista. Stupisce vederlo così pronto dopo nove mesi senza corse, non stupisce che stia correndo da vero fuoriclasse, cercando sempre l’occasione per lasciarsi dietro Bernal e tirando il freno quando capisce che andare fuori giri potrebbe presentargli il conto più avanti.
8 a Ciccone
Dopo una settimana ispirata dal suo istinto garibaldino, con qualche attacco a vuoto e un pizzico di energie sprecate, cambia pelle e passo: il giamburrasca arrivato perfino in giallo al Tour lascia spazio al ragioniere freddo e calcolatore, che sale in classifica controllando gli impulsi. Avere al fianco la saggezza di Nibali potrebbe rivelarsi di qui in avanti l’arma in più.
8 a Vlasov
È un altro di quelli che corre col vantaggio di avere l’esperienza accanto: la sua si chiama Beppe Martinelli, che in ammiraglia ha vinto più grandi giri di tutti. Dal primo giorno il russo è esemplare, sempre al posto giusto e sempre attento a non buttare via una goccia di energia: una lucidità che nelle tappe di montagna può spingerlo dove aspira ad arrivare.
7 a Caruso
Arrivato al Giro come luogotenente di Landa, si ritrova leader di una squadra come la Bahrain che perde i pezzi. Può farlo perché ne ha l’esperienza, perché è uno che sa badare ai capitani come a se stesso, perché correndo da aiutante ha già chiuso nei primi dieci un Giro e un Tour. Da questa tempestosa settimana esce con i gradi e un settimo posto in classifica che potrebbe migliorare.
7 a Fortunato
Dei debuttanti di casa nostra è quello che più degli altri frequenta l’alta società della corsa: con i big a Sestola e San Giacomo, cede qualcosa solo sullo sterrato. Alla prima esperienza in una grande corsa a tappe, il bolognese sta andando alla scoperta di se stesso con la neonata Eolo, dove Basso e Contador sicuramente gli insegneranno come restare in alto.
6 a Bardet
È arrivato a fari spenti, complici un Tour of the Alps nel quale si è preoccupato più di allenarsi che di sistemare la classifica. Zitto zitto è ancora lì, in posizione di attesa, pronto a infilarsi nella lotta che conta quando arriveranno le tappe che piacciono a lui, quelle di montagna vera. Anche lui è al primo Giro, ma come si deve correre per tre settimane lo sa meglio di tanti altri.
6 a Formolo
Non regala colpi ad effetto, ma nemmeno affonda: la sua tattica difensiva, il suo voler stare in prima classe, al momento gli consente di far classifica. Da anni prigioniero del dilemma se sia un corridore da classiche o da corse a tappe, torna a mettersi sotto esame al Giro come capitano della Uae: fin qui ha fatto ciò che doveva, dallo sterrato di Montalcino in poi sta a lui cambiarsi il destino.
6 a Nibali
Dei grandi convalescenti è quello messo peggio in classifica, ma è anche vero che i suoi guai sono i più recenti. Corre in difesa come da programma, cercando di reggere senza danni l’urto delle strade e del maltempo, intanto manda avanti Ciccone, al quale dispensa qualche buon consiglio. Se poi avrà occasione e forza per mettersi al lavoro, non si tirerà certo indietro.
6 a Valter
È la notizia inedita della prima settimana, perché un ungherese in rosa non si era mai visto. Comincia bene, prende la maglia e con quella si gode un’insperata popolarità nel suo Paese, ma già sullo sterrato di Campo Felice dà l’impressione di non essere all’altezza di chi il Giro vuole vincerlo. E’ qui per imparare e lo sta facendo in fretta, già tenere la posizione sarebbe un ottimo risultato.
5 a Simon Yates
È vero che si è presentato dicendo di aver fatto tesoro dei precedenti fallimenti, ma su ogni arrivo che conta gli manca sempre qualcosa. Giocando un po’ troppo a nascondersi, solleva anche un interrogativo: ci è o ci fa? Di sicuro mostra una maturità diversa rispetto a quando si spremeva nelle prime due settimane, solo il passare delle tappe dirà se si è anche snaturato.
5 a Almeida
Il Giro gli si rivolta contro a Sestola, dove perde subito il vagone di prima classe, ma col passare delle tappe ritrova un passo che assomiglia molto a quello dellom scorso anno. Dirà la strada se il suo ruolo sarà quello di aiutante di lusso di Evenepoel oppure se avrà spazio per cercare la rimonta: delle due, al momento sembra più facile la seconda.
5 alle Frecce Tricolori
Un giorno perché spunta Merlier, un giorno perché si calcola male la rincorsa e si incassa la beffa di Ven der Hoorn, due giorni perché c’è Ewan e uno perché rispunta Sagan: non è mai tempo per i velocisti italiani, fin qui piazzati e perdenti. Fra Nizzolo, undici secondi posti al Giro, Cimolai e Viviani, ancora nessuno ha fatto centro: e di tappe per loro ce ne sono sempre meno…
4 a Hindley
Sorpresa un anno fa, quando cedette il Giro a Geoghegan Hart soltanto l’ultimo giorno, sorpresa anche quest’anno, perché va piano dal primo giorno. Di puntuale nelle tappe adatte a lui ha soltanto il ritardo, siano pochi secondi o minuti, viaggia a oltre quattro minuti da Bernal, un ritardo che si può sperare di colmare soltanto con qualche ottima giornata nei tapponi.
4 a Bennett
Con Roglic, Kruijswijk e Van Aert destinati al Tour, con Dumoulin nel pensatoio in attesa di rientrare in Svizzera, ha la grande occasione per dimostrare di valere un ruolo da capitano nella Jumbo. La spreca in fretta, incamerando minuti di ritardo in tutte le tappe che contano: ne ha già più di dieci dalla maglia rosa, difficile rivederlo in classifica.
2 a Ewan
Dato in crisi di identità dopo le prime tappe per via di un avvicinamento difficile al Giro, centra due tappe con la sua esplosività pazzesca, poi fa subito le valigie. Ci sta se il tuo programma prevede anche il Tour e la Vuelta col desiderio di fare almeno un centro anche là, ci sta un po’ meno che provi a giustificarsi con un infortunio che ancora non è chiaro dove e quando si sia fatto.