Venerdì 19 Aprile 2024

Giro d'Italia 2018, le pagelle di Angelo Costa

Yates fa esattamente ciò che deve: voto 10. Un 4 per Froome Giro d'Italia 2018, classifica e risultati dopo la tappa 11

Osimo, 16 maggio 2018 - Le pagelle di Angelo Costa sulla tappa numero 11 del Giro d'Italia 2018.

10 a Simon Yates. In una tappa che gli sembra disegnata addosso, fa esattamente ciò che deve: attende l’ultimo chilometro e mezzo per schizzar via dal gruppo e porta a termine la missione di guadagnare laddove gli è possibile. Purtroppo per lui, gli resta incollato Dumoulin: dovrà cominciare ad abituarsi, scrollarsi di dosso l’olandese sarà l’impresa che può dargli il Giro.

9,5 a Dumoulin. Esemplare da Gerusalemme in qua, dove ottiene il massimo in classifica col minimo sforzo (i dieci chilometri della crono d’apertura), si fa trovar pronto al primo impegno vero: non perdere mai la scia di Yates, molto più scattista e molto più adatto di lui a una rampa di questo genere, è la conferma che il farfallone di Maastricht è l’uomo forte anche di questo Giro.

8 a Formolo. E’ ancora lì, a un passo dai duellanti, bello e pimpante su una salita veloce e corta. Ribadisce di potersi ritagliare un ruolo da protagonista, anche se la classifica non gli sta sorridendo: colpa dei cinque minuti persi dopo una caduta ai piedi dell’Etna che l’ha costretto a scalare il vulcano col pattino del freno che gli toccava il freno…

6 a Aru. Rallentato da una caduta altrui prima del finale sulle montagne russe, reagisce e resta agganciato alla parte nobile della tappa. Ci riesce grazie alla squadra, ma mettendoci anche molto di suo su uno strappo che non si sposa certo alle sue caratteristiche: se questo è un segnale di risveglio in vista delle montagne, dovrà confermarlo già da sabato sullo Zoncolan.

4 a Froome. Al netto di tutte le attenuanti, a cominciare dalle cadute dalle quali peraltro dice di essersi ripreso, è il solito Froome, inteso come quello visto da Gerusalemme in qua: nel momento topico della corsa, inesorabilmente si inabissa. Sembra già in difficoltà sui muri a una decina di chilometri dal traguardo, sull’ultimo scivola del tutto: se non si trasforma nei tapponi, goodbye.

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