Francesca Piccinini si ritira, il volley saluta la leggenda più bella

L'ex azzurra che ha vinto tutto in carriera ha deciso di lasciare il campo. "Potrei diventare mamma: ma è difficile trovare la persona giusta..."

Francesca Piccinini

Francesca Piccinini

Roma, 21 settembre 2019 - Mentre cala il sipario sulla sua prima vita, quella da campionessa, resta in sospeso la domanda più importante: Francesca Piccinini è più brava o più bella? La prima parte, quella che riguarda le sue capacità pallavolistiche, adesso avrà almeno una risposta numerica. Perché dopo aver annunciato il suo ritiro, a 40 anni (lo farà nella puntata di Verissimo già registrata e in onda oggi su Canale 5), arriva il momento di contare i trofei e di accorgersi di quanto straordinaria sia stata la carriera della pin-up del volley. "Non giocherò più, ho vissuto un sogno per tanti anni, ma penso che sia arrivato il momento di dire stop a questa vita stupenda e iniziarne una nuova, ho voglia di vivere altre emozioni", ha detto la schiacciatrice che in carriera ha vinto qualcosa come un mondiale, un europeo e una coppa del mondo con la nazionale, cinque scudetti tra Bergamo e Novara, sette champions league (l’ultima pochi mesi fa), quattro coppe Italia, cinque supercoppe italiane, solo per citare i trofei più importanti. "E’ stata dura prendere questa decisione, ma ho 40 anni ed esco da vincente. Mi mancherà l’adrenalina, la cercherò in qualcos’altro. Sono ancora frastornata per credo che sia la decisione più giusta. Ringrazio questo sport che mi ha formato e aiutato a diventare la donna che sono oggi".

Ma sarebbe sbagliato ridurre l’impatto della Piccinini sullo sport alle sole prodezze sportive, che pure sono quella di una leggenda, sotto rete. La Piccinini ha aiutato il volley ad uscire dalle palestre con la sua bellezza, con i calendari e le copertine, ma è riuscita a farlo lungo 28 anni di carriera attraversati sempre con lo stile giusto, quello che ragazze meno vincenti e meno belle di lei oggi si sognano. Dagli esordi nella sua Massa alla Carrarese, da Reggio Emilia a Modena a Spezzano, dal Brasile dove fu la prima emigrante italiana a Bergamo, Chieri e Novara, la ragazza che diventava donna non si è mai segnalata per aver oltrepassato il segno, nemmeno quando era in palese disaccordo con i suoi allenatori. Ma non per questo ha rinunciato a vivere. Adesso inizia una sfida altrettanto difficile, della quale Francesca è consapevole: "Non mi vedo ad allenare ad alti livelli, magari potrei aiutare le bambine a migliorare. E magari diventare mamma… Vorrei, ma è difficile trovare la persona giusta con cui costruire una famiglia". Intanto, grazie di tutto. E buona fortuna, Francesca. Se la merita tutta.