Finale pallavolo femminile, l'orario tv di Italia-Serbia

Azzurre per la storia ai Mondiali di Volley 2018 in Giappone

Finale pallavolo femminile (Afp)

Finale pallavolo femminile (Afp)

Roma, 20 ottobre 2018 - Tutti incollati alla tv, oggi, per la finale della pallavolo femminile. L'Italia del volley sogna i Mondiali, dopo l'impresa con la Cina campione olimpica resta solo la Serbia tra le azzurre e l'oro. Uno scoglio non da poco, considerato anche che nel gironcino delle Final Six in Giappone le reginette d'Europa ci hanno battuto per 3-1. Ma una finale fa storia a sè, in una partita secca, a Yokohama tutto può succedere. Le ragazze di Davide Mazzanti, vincendo, bisserebbero lo storico trionfo iridato del 2002.

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A che ora gioca la nazionale di pallavolo. L'orario da segnare (e non dimenticare) sono le 12:30. Diretta tv su Rai Due, live streaming su Rai Play. La partita dovrebbe iniziare alle 12.40. E forza Italvolley.

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Paola Egonu, folgorata da Mila e Shiro, poi scartata dal minivolley. Ora spara palloni a 100 orari - di Doriano Rabotti

Chissà se quei genitori di Treviso che qualche anno fa le fecero il verso della scimmia e le dissero di tornare al suo paese ieri hanno esultato, quando l’italianissima Paola Egonu ha portato la sua e la loro nazionale nella finale per il titolo mondiale. Chissà se si saranno pentiti almeno per un secondo (difficile), oggi che Paola Egonu è un po’ figlia di tutti gli italiani.

Lei, la campionessa d’ebano che ieri ha messo a terra 45 palloni ed è già sicura del titolo di miglior attaccante del mondiale, probabilmente non ci pensa più. "Ho imparato a farmi scivolare addosso gli sguardi delle persone ignoranti, in Italia c’è anche tanta gente aperta, disposta ad ascoltare la mia storia", raccontò quando le prime prodezze in azzurro cominciarono ad attirare l’attenzione su questa figlia di nigeriani che è nata a Cittadella di Padova, è cresciuta a Galliera Veneta e che si sente afro-italiana perché "avere più culture significa essere ricca: mi sento a casa a Milano, a Lagos e ad Abuja, canto l’inno di Mameli, ma non dimentico da dove provengo".

In Nigeria torna ogni due anni a Natale, la casa di suo nonno (al quale non piace che lei vesta calzoncini così corti quando gioca) è al centro del villaggio e i legami di tutta la famiglia sono fortissimi. Quelli con papà Ambi e mamma Sunday resistono anche alla distanza, visto che loro sono andati a vivere a Manchester da quasi due anni per dare un futuro migliore ad Andrea e Angela, i fratelli di Paola.

Lei è il prodotto più luccicante del Club Italia, che ha abbracciato una volta finite le scuole medie, dopo essere stata notata dal guru delle nostre giovanili, Marco Mencarelli. E dire che la prima allenatrice a Cittadella l’aveva quasi convinta a smettere, lei che aveva iniziato come tante, folgorata dal cartone animato ‘Mila e Shiro’. Per fortuna di Paola e di tutti noi, fu la vice delle giovanili del Cittadella a farla insistere. Quando a un regional day Mencarelli la vide, non poteva non accorgersi di avere per le mani un diamante nero.

A Milano, al Club Italia, Paola è cresciuta completando le superiori (dice che col tempo vuole prendere due lauree, in Economia e in Legge, così non la potranno fregare) e resistendo alla tentazione di farsi un tatuaggio perché «la mia famiglia mi ha insegnato che il nostro corpo è un tempio prestato dal Signore e devi prendertene cura al meglio, io voglio rimanere pura».