Ciclismo, Aru: "Tour bellissimo. Io e la Uae? Ecco cosa non è andato"

Il cavaliere dei quattro mori torna a parlare dopo il Tour de France: Pogacar e Vingegaard fenomeni, in Uae problemi fisici per Aru

Fabio Aru

Fabio Aru

Roma, 2 agosto 2022 - Il Tour de France è da poco terminato e anche Fabio Aru lo ha seguito con grande gusto. Il cavaliere dei quattro mori, uno dei pochi in circolazione ad aver vinto tappe in tutti e tre i grandi giri, ha parlato della Grand Boucle e del duello Pogacar-Vingegaard, ma anche della sua carriera e del difficile passaggio da Astana a Uae Emirates.

Aru: "Bel Tour. Uae? Ecco cosa non è andato"

Entusiasma il duello tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, una sfida destinata a proseguire per anni considerati i distacchi abissali che i due hanno rifilato agli altri: "Tadej non ha bisogno di presentazioni e aveva una grande gamba anche in questo Tour, ma Vingegaard è stato più forte - le sue parole a Oasport - Lo sport è questo, quando perdi vuol dire che qualcuno ha fatto meglio. Distacchi? Nel ciclismo di oggi i divari si sono dilatati e il Tour è stato corso a una velocità pazzesca. E' stata una bella corsa". Proprio la Uae di Pogacar è stata la squadra di Aru prima di chiudere l'ultimo anno alla Qhubeka. Una esperienza particolarmente difficile per il sardo: "Ho avuto un problema all'arteria iliaca, ho perso tempo prezioso - la spiegazione di Fabio - Ho voluto forzare i tempi e questo ha avuto conseguenze negative sul mio corpo. Dopo è arrivata anche la pandemia e a livello mentale è stato difficile. L'ultima stagione alla Qhubeka è stata positiva ma avevo già capito la mia strada". Quando gli viene chiesto di ricordare la vittoria più bella, Aru si sofferma sul tricolore 2017 con una menzione speciale per Michele Scarponi: "Era un momento particolare, ho corso con la maglia di Scarponi, lui aveva la S e io la XS ma volevo correre con una maglia più comoda. A lui la XS andava bene e ci siamo scambiati le maglie. Quella vittoria la porterò per sempre nel cuore".

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