Alla Juve dei giovani resta l’Europa League

Il Psg passa ma è solo secondo nel girone. La Signora dei rincalzi sorprende per carattere e si dà un’altra chance internazionale

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Primo tempo: 1-1

JUVENTUS (3-5-1-1): Szczesny; Gatti, Bonucci, Alex Sandro; Cuadrado (st 43’ Barrenechea), Fagioli (st 43’ Barbieri), Locatelli (st 40’ Soulé), Rabiot, Kostic; Miretti (st 29’ Chiesa); Milik. All. Allegri

PSG (4-3-1-2): Donnarumma; Hakimi, Ramos, Marquinhos, Bernat (st 23’ Mendes); Vitinha, Verratti, Ruiz (pt 21’ Sanches); Soler (st 23’ Ekitike); Messi, Mbappé. All. Galtier

Arbitro: Del Cerro Grande (Spagna)

Reti: pt 13’ Mbappé, 39’ Bonucci, st 24’ Mendes

Note: ammoniti Gatti, Milik, Fagioli, Verratti

di Paolo Grilli

Un barlume in mezzo all’incubo e una seconda chance al profumo d’Europa. La Juve giovane e dimezzata, con in campo non più di quattro dei magnifici undici che popolavano i sogni estivi, ma senza più i fantasmi delle grandi aspettative intorno, lotta e cede solo di misura al Psg. Chi avrebbe mai immaginato un match equilibrato, scorrendo la formazione che Allegri è stato costretto a schierare contro il Psg. Sì, ieri erano dodici i bianconeri costretti al forfait, un record. E anche una fotografia di una stagione maledetta e malandata.

Ma ora si può ripartire in Europa League a primavera, il Benfica ha fatto il suo dovere – con tanto di beffa al Paris finito secondo – e il terzo posto garantisce se non altro una continuità negli incontri internazionali scacciando il rischio di sparire almeno per un po’ dal radar del calcio che conta in Europa. Si scende di un piano, la Champions sarebbe la dimensione che la Juve vorrebbe vivere a vita. Ma chissà che la nuova opportunità non dia altri stimoli. Senz’altro, lo è il ritorno di Chiesa: i suoi venti minuti dopo dieci mesi di assenza sono stati un booster di ottimismo per tutto lo Stadium.

A ben vedere, è tutto fuorché un caso che la Juventus dei più giovani abbia saputo affrontare a viso aperto il Paris: il gioco impone oggi questa sfrontatezza tattica, oltre che del cuore. E raramente si era vista una Signora così ostinatamente insediata nell’altra metacampo. La prodezza di Mbappé avrebbe steso moralmente la squadra che ha faticato tanto sin qui: non però quella di ieri, capace di controbattere con la zampata di Bonucci. Poi, un errore ha innescato il gol di Mendes: ma era pure preventivabile.

Pressing, concentrazione e una veloce costruzione sfoderati in una sera. Quasi non ci si crede, viste le desolanti secche già incontrate in questa stagione. Ora Allegri può cogliere la palla al balzo, insistendo con Miretti, Fagioli, lo stesso Gatti che dopo il gol ha rialzato la testa. C’è una nuova energia su cui investire dopo che le stelle osannate quasi non hanno presenziato quest’anno. Già domenica contro l’Inter, perché il campionato sarà il vero banco di prova di una Signora non programmata, ma a suo modo più che intrigante. Che ora guarda al derby d’Italia non più da sfavorita.