Martedì 16 Aprile 2024

Ahi Italia, ora l’allarme Mondiali è di rigore

Una Svizzera rimaneggiata ci blocca sullo 0-0: errore di Jorginho dagli 11 metri. Non consola il record storico di 36 gare utili di fila

Migration

di Paolo Franci

Presa a pallonate all’Europeo, rimaneggiatissima ma alla fine insuperabile ieri sera. Dalla Svizzera alla Svizzera per prendere atto che lo scivolone con la Bulgaria non è stata solo sfortuna, ma lo specchio opaco di un momento complicato. Chiaro, anche stavolta abbiamo fatto di tutto per non metterla dentro, rigore compreso, e questo fa tutta la differenza del mondo. Però la squadra gira poco e adesso la corsa verso il Mondiale si mette decisamente in salita, perché virtualmente, la Svizzera può mettere la freccia e prendersi il primo posto. E poco consola il record mondiale di imbattibilità con 36 partite utili. Mal di settembre? Speriamo.

Anche stavolta il match è una di quelle giostre che pur cambiando musica – qualche cambio azzurro e, soprattutto, l’avversaria più quotata – gira sempre allo stesso modo. Sì perché se hai il problema del gol che non solo ti assilla, ma ti rovina lo score e l’abbrivio di partite da trasformare in un solo boccone, allora qualcosa devi fare. A maggior ragione se ti procuri un rigore sacrosanto e lo depositi placido – ahi Jorginho – e innocuo tra le braccia di Sommer. Ora, il ct è davvero a un bivio e la mossa Zaniolo (bentornato) dà l’idea che, davvero, possa praticare con maggior convinzione la via del falso nove. Ieri sera, non solo c’è stata l’ennesima bocciatura di Immobile – Mancini l’ha tormentato spiegando e rispiegando certi movimenti necessari alla squadra – ma anche una chiave di lettura per i due giovani pretendenti alla maglia di Ciro, Kean e Raspadori, che scalpitano e studiano da titolari ma non per l’immediato. Sennò il ct li avrebbe buttati dentro per Ciro no? E allora ecco Zaniolo, che il centravanti l’ha già fatto nella Roma e, in ogni caso, è più duttile nell’impiego e nello scambio di ruolo con i compagni di reparto. La mossa non ha pagato, ma l’idea di giocare ci sta. Almeno per ora.

Nel frattempo, è chiaro come la squadra non giri a dovere. Alibi ce ne sono. Intanto non facciamo gol e tutto diventa buio. Poi a settembre le gambe non girano ancora al massimo. Però ne creiamo di occasioni, senza giocare bene e un ritmo non paragonabile a quello che ci ha portato sul tetto d’Europa. SIa chiaro: l’Italia meritava di vincere. pur avendo abbassato vistosamente i giri della qualità, della velocità e della precisione, ma se ti mangi gol come quello pazzesco di Berardi e poi un rigore, cos’altro c’è da dire?