Addio Wilson, capitano della Lazio scudettata

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di Paolo Franci

Ha giocato con Pelè e Beckenbauer, nei Cosmos, assieme a Chinaglia alla fine degli anni ’70. E già questo basterebbe per ritagliarne la dimensione ma, no, Pino Wilson - scomparso a 76 anni nella notte tra sabato e domenica probabilmente per un ictus - è stato il Capitano di una delle avventure più belle, eccessive e fuori dalle righe ma calcisticamente straordinarie, del nostro amato pallone.

E’ stato il Capitano della Lazio che vinse lo scudetto nel 1974, universalmente conosciuta come "La Lazio di Maestrelli", l’uomo che trasformò in squadra un gruppo di eccezionali, meraviglioso ’farabutti’ del pallone che amavano le armi e le risse, i night club e le belle donne, arroganti oltre l’arroganza e convinti di avere il mondo in mano. Gente che concepiva lo spogliatoio come un covo nel quale regnavano due clan, quello "Mio di Giorgio (Chinaglia ndr) e Oddi e sulle panche di fronte a noi quello di Martini e Re Cecconi. Maestrelli? Un padre", ci ha raccontato Pino in una delle tante chiacchierate nel piazzale di una radio locale nella quale - manco a dirlo - parlava d’amore. Cioè, parlava di Lazio. In realtà, Pino Wilson, figlio di una signora napoletana e di un militare inglese, non parlava di ’clan’ ma di gruppi superaffiatati. E aveva il sangue caldo della terra mamma mescolato perfettamente con quello di un gentleman inglese. Wilson, con Maestrelli e Chinaglia, è stato il simbolo di quella Lazio nella quale la partitella del venerdì si giocava entrando come pazzi sull’avversario - che poi era un compagno - e che mai e poi mai doveva finire con una delle due squadre sconfitta: si giocava finchè chi stava sotto non pareggiava.

Wilson ha vissuto il dramma della morte di Re Cecconi, scomparso tragicamente per una finta rapina, uno scherzo ad un amico gioielliere finito in tragedia. E’ stato lì, a bordo campo a calmare i tifosi della Lazio nel tragico derby del 28 ottobre del 1979 in cui perse la vita Vincenzo Paparelli. Nel club biancoceleste ha giocato 324 partite con 6 gol e ha fatto parte di quella Nazionale del ’74, quella del ’vaffa’ di Chinaglia a Valcareggi. Coinvolto nella vicenda del Totonero insieme ai compagni di squadra Cacciatori, Giordano e Manfredonia, fu squalificato dalla giustizia sportiva per tre anni e riabilitato nel 1982.