Giovedì 25 Aprile 2024

Addio Frosio, sfiorò il titolo col Perugia di Pablito

L’ex capitano degli umbri è morto a 73 anni: quella squadra dei miracoli arrivò seconda nel ’78-’79. Poi fu anche a lungo allenatore

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di Ilaria Checchi

Il calcio piange Pierluigi Frosio, scomparso ieri all’età di 73 anni dopo una lunga malattia: calciatore prima, allenatore e dirigente sportivo poi, ha chiuso la sua carriera come opinionista televisivo dando fino alla fine il suo prezioso contributo umano e tecnico alla società dilettantistica di Milano Aldini. Un signore di altri tempi ma dalla spiccata personalità, capace di lasciare il segno nelle persone che hanno avuto la fortuna di poterlo conoscere: nato a Monza, ha fatto il suo esordio da calciatore in serie B al Cesena accompagnandolo alla prima storica promozione in A.

Il suo nome è però da sempre stato legato principalmente al Perugia, club nel quale ha giocato dieci anni (dal 1974 al 1984, collezionando 323 presenze) diventandone il capitano e uno dei simboli più rappresentativi nel periodo di maggiore auge a fine anni Settanta: dopo la promozione dalla serie cadetta, il Grifone, allenato da Ilario Castagner, concluse la stagione 197879 con un inatteso secondo posto alle spalle del Milan di Gianni Rivera, senza perdere nemmeno una partita in campionato (con soli 16 gol incassati e, come ricorda lo stesso Castagner "Frosio era il capo della difesa, un trascinatore e un esempio per tutti i tuoi compagni di squadra, la colonna della squadra dei miracoli").

Nel 1985, dopo l’esperienza in serie C2 nel Rimini di Arrigo Sacchi, ha appeso gli scarpini al chiodo dedicandosi fin da subito alla carriera di allenatore, partendo dalle basi, ovvero nel settore giovanile dello stesso Perugia. La sua carriera è costellata di nomi blasonati come il Monza nel 1987, con cui ha conquistato la promozione in B, e Atalanta, con cui arrivò fino ai quarti di finale di Coppa Uefa nel 1991, prima di essere eliminato dall’Inter. Eleganza innata, modi gentili ma decisi, Frosio ha sempre messo in campo, in panchina e dietro una scrivania il suo savoir faire valorizzando una mentalità innovativa, spesso spregiudicata, che ha fatto la fortuna delle tante squadre da lui guidate, come Como, Modena e Ravenna, Novara, Padova e Ancona.

L’ultima tappa, nel 2006, l’ha portato a Lecco, chiudendo una carriera da mentore in cui ha sicuramente raccolto meno di quanto abbia seminato: la terza vita di Pierluigi è stata, infine, come responsabile e dirigente dei settori giovanili blasonati di Monza e, infine, Aldini, una delle società dilettanti più importanti d’Italia grazie a un bacino di qualità e un passato glorioso. Sul campo di via Orsini Frosio ha dedicato tempo e passione, mettendo al servizio di mister, calciatori in erba e dirigenti meno navigati la sua immensa esperienza e il suo innato occhio clinico per scovare talenti futuri: un uomo corretto che mai si è lasciato andare a una parola fuori posto, figlio di un calcio di altri tempi dove l’amore per la maglia e il rispetto delle persone erano sempre al primo posto.