Venerdì 19 Aprile 2024

A tutto Ganna: "Adesso i Mondiali su pista"

Il giorno dopo un record dell’ora leggendario: "Una sofferenza, la dedica è a me stesso dopo una stagione storta e certe critiche"

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di Angelo Costa

Cena da McDonald’s, una bella dormita, poi il viaggio verso Parigi, dove da mercoledì ai Mondiali della pista cercherà di allargare la sua ricca bacheca nell’inseguimento, col quartetto e da solo. Per festeggiare lo straordinario record dell’ora (56,792), stabilito sabato a Grenchen in Svizzera, Pippo Ganna non ricorre a effetti speciali: i momenti di gioia li riserva tutti a familiari e amici, secondo costume della casa. E’ lo stile di un ragazzo di 26 anni che dopo lo sforzo più massacrante del ciclismo scende dalla bici senza farsi sorreggere dai massaggiatori, come accaduto a molti campioni che l’hanno preceduto, ma addirittura improvvisa due passi di danza: in fondo, dopo l’addio di Nibali, è l’unico italiano che può permettersi di ballare ad alto livello.

Ecco pensieri e parole dopo l’impresa che ha consegnato il missile azzurro alla Storia.

Io e il record. "Sono felice, non pensavo di arrivare a questa incredibile distanza: sapevo di valere i 56 chilometri, sono andato oltre le aspettative. Mai più, come disse Merckx? Se nessuno mi batte, vale anche per me. Ma sono sicuro che qualcuno arriverà a far meglio, la tecnologia va sempre avanti: se dovessi riprovarci, lo farò a fine carriera, come Wiggins".

Io e la strategia. "Sono partito per battere Bigham (il suo ingegnere-consulente che due mesi fa si era fermato a 55,548, ndr), a metà prova ho sentito che le gambe erano buone e ho cambiato piano, spingendo per far meglio anche del record assoluto (il 56,375 ottenuto da Boardman nel 1996 con una bici non omologata, ndr). Ho anticipato un po’ i tempi nella mia testa, alla fine sono riuscito a regger bene".

Io e la fatica. "Gli ultimi dieci minuti sono stati pura sofferenza, pregavo che finissero in fretta perchè non ce la facevo più: non riuscivo a trovare una posizione confortevole in sella, ora ho il fondoschiena che mi brucia. Mi ha confortato il pensiero che il giorno dopo non avrei toccato la bici, ma mi sarei riposato viaggiando verso la Francia. Il mio sforzo più grande in carriera? No, è stato peggio seguire Van Aert al Tour ogni volta che partiva una tappa... ".

Io e Pippo. "La dedica è a me stesso. Questo è un pezzo di storia, sono stato coraggioso a provarci dopo una stagione che non è andata come speravo. Ho ricevuto tante critiche, ma ho dimostrato di non essere finito e neppure stanco. Al Mondiale a cronometro ho avuto una giornata no, come capita a chiunque: chi ha la critica facile dovrebbe pensarci un attimo prima di dare giudizi avventati e ingenerosi".

Io e la storia. "Non sono diventato Merckx, Coppi, Wiggins o Moser, ma ho fatto qualcosa che mi fa sentire vicino a loro". Io e il ciclismo. "Non sento la responsabilità di essere il sostegno del ciclismo italiano del dopo Nibali perché non sono solo: intorno a me vedo diversi ragazzi che stanno onorando la nostra bandiera".

Io e il futuro. "Adesso devo recuperare perché nella settimana in arrivo mi attendono i Mondiali su pista. Poi, finalmente, andrò in vacanza. Cosa mi ha dato il record? Un momento meraviglioso vissuto con gli affetti più cari. E’ stato un giorno importante per me e tutto lo staff, questo risultato è figlio di un cammino partito da lontano che coinvolge tante persone, tanti amici".