{{IMG_SX}}Cagliari, 14 marzo 2009 - Il Genoa è davvero (una) grande. Se servono tre indizi per fare una prova, eccoli serviti: anzitutto la classifica, che dice quarto posto solitario in attesa delle gare di Roma e Fiorentina; in secondo luogo la capacità di sopperire alle assenze (specie quella di Thiago Motta, faro del centrocampo rossoblù); infine il cinismo con cui è stata raggiunta la vittoria (che al Sant’Elia mancava da 35 anni), sfruttando l’uomo in più che Gervasoni le ha concesso per oltre 50 minuti.

 

Il Cagliari, praticamente salvo, deve decidere cosa fare invece da grande (leggi prossime dieci giornate), perché, a parte gli errori dell’arbitro, non e’ sembrata una squadra affamata di punti.

 

Allegri schiera la formazione tipo, con la sola defezione di Pisano, sostituito dall’argentino Matheu. Gasperini invece, privo di due terzi della difesa titolare (Ferrari e Biava squalificati), ridisegna il Genoa con un 4-3-3 con capitan Rossi retrocesso sulla linea difensiva insieme a Papastathopoulos, Bocchetti e Criscito (64 anni in tre).
 

Avvio a ritmi blandi, con le difese che dominano la scena. Milito, fresco di convocazione con l’Argentina, prova a liberare il destro in un paio di occasioni, ma la sua mira è imprecisa. Il Cagliari inizia a rendersi pericoloso dopo la mezz’ora. Il palo nega la gioia del gol a Lopez, che devia di testa una punizione dalla sinistra di Fini. Al 39’ la svolta della partita: Cossu, già ammonito, sfiora la maglia di Juric. Per Gervasoni il fallo è meritevole del secondo giallo. Coi padroni di casa ridotti in dieci, Gasperini sposta Rossi a centrocampo, tornando al classico 3-4-3.

 

La prima occasione della ripresa è, però dei sardi con Fini, che lambisce il palo alla destra di Rubinho con un calcio di punizione dal limite deviato dalla barriera. Le occasioni per i Grifoni latitano, e allora il tecnico genoano, in stile Mourinho, comincia ad inserire attaccanti (Olivera per Mesto e Palladino per Rossi). Al 21’ proprio l’uruguaiano ex Juventus trova la via del gol con un sinistro appena dentro l’area di rigore, ma la terna arbitrale annulla per un fuorigioco che sembra non esserci.


Il Genoa crea altre due occasioni nei successivi quattro minuti: sinistro di Sculli di poco alto e gran botta di Jankovic dai venti metri respinta da Marchetti. Allegri manda in campo Lazzari per dare piu’ qualita’ al centrocampo rossoblu’. Il fantasista toscano ripaga la fiducia mettendo Fini davanti a Rubinho, ma il portiere brasiliano respinge col corpo. La partita sembra avviarsi verso lo zero a zero, dopo che al 39’ Milito, a tu per tu con Marchetti, calcia clamorosamente sulla traversa. E invece un minuto dopo arriva il gol che decide l’incontro: Palladino crossa da destra per Olivera che, libero da marcature, insacca di testa da pochi passi.

 

Il Cagliari prova a reagire. Passa un solo minuto e Lazzari si presenta di nuovo davanti a Rubinho: l’estremo difensore genoano bissa il miracolo su Fini e manda la gara in archivio.


Per il Genoa, che adesso ironia della sorte si ritrova a dovere anche tifare per la Samp, la Champions è sempre meno un sogno e sempre più una realtà. 

 

TABELLINO

CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti 6; Matheu 6 (44’ st Ragatzu sv), Lopez 6,5, Canini 6, Agostini 5,5; Fini 6,5, Conti 5,5, Biondini 6 (27’ st Lazzari 6,5); Cossu 5,5; Acquafresca 5 (21’ st Matri 5,5), Jeda 5. All. Allegri 6

GENOA (4-3-3): Rubinho 7; M. Rossi 6 (27’ st Palladino 6,5), Papastathopoulos 6, Bocchetti 6,5, Criscito 6,5; Mesto 5,5 (17’ st Olivera 7), Milanetto 6, Juric 6,5; Jankovic 6,5, Milito 5, Sculli 6 (31’ st Modesto sv). All. Gasperini 6,5

Arbitro: Gervasoni di Mantova 4,5

Marcatore: 40’ st Olivera

Note: espulso al 39’ pt Cossu (C) per doppia ammonizione. Ammoniti Milanetto, Jankovic, Juric, Mesto, Olivera. Recupero 0’ pt, 5’ st. Spettatori 10.000 circa.