{{IMG_SX}}Milano, 4 settembre 2007 - I rappresentanti di Milan, Inter, Juventus, Roma e Napoli hanno lasciato l'assemblea di Lega dei club di serie A in polemica per l'elezione in Consiglio di Tommaso Ghirardi, presidente del Parma, mentre le cinque societa' sostenevano la candidatura di Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juve.


"Con la non elezione di Cobolli Gigli non c'e' nessun rappresentante delle cinque grandi che vota nel Consiglio di Lega". Adriano Galliani, vicepresidente esecutivo e amministratore delegato del Milan, ha spiegato cosi' perche' cinque club, tra i quali quello rossonero, hanno lasciato i lavori dell'assemblea di Lega di serie A in polemica con l'elezione in Consiglio come rappresentante della A di Tommaso Ghirardi, presidente del Parma; le grandi invece volevano il presidente della Juventus.

 

"Non c'e' nessun rappresentante delle cinque grandi che vota nel Consiglio di Lega- ha detto Galliani- perche' il vicepresidente vicario Rosella Sensi non vota, Moratti e io stesso in quanto consiglieri federali sono invitati ma senza diritto di voto, alla Juve e' stato detto di no. Quindi Milan, Inter, Juve, Roma e Napoli non hanno alcun rappresentante in Consiglio di Lega. Crediamo che questo consiglio di Lega non rappresenti tutta la serie A ma solo la minoranza e quindi ce ne siamo andati".



"Non serve che noi cinque partecipiamo al consiglio di lega, siamo la minoranza e adesso valuteremo cosa fare per il futuro". Adriano Galliani ha spiegato cosi' la spaccatura nella Lega che si e' creata oggi, con l'elezione come consigliere per la serie A di Tommaso Ghirardi, presidente del Parma: i delegati delle cinque grandi hanno polemicamente lasciato l'assemblea dei club della massima serie. Galliani (Milan), Rosella Sensi (Roma), Ernesto Paolillo (Milan), Giovanni Cobolli Gigli (Juventus) e Aurelio De Laurentiis (Napoli) non si sono sentiti piu' rappresentati.

 

"E' ovvio ed evidente- ha affermato l'amministratore delegato del Milan- che con il vecchio regolamento era prevista una maggioranza di tre quarti, adesso basta la maggioranza semplice. E' chiaro che il 16% dei tifosi sono rappresentati da 15 societa', l'84% da cinque societa' che perderanno sempre in Lega". "Se pensiamo di fare qualcosa? Vedremo cosa fare. Certamente non assisteremo impotenti: anche se c'e' da cambiare lo zerbino rientrando siamo sempre in minoranza. Abbiamo gia' pensato cosa fare ma gli avvocati ci hanno suggerito di non dirlo, quindi non lo dico. Loro andranno avanti a colpi di maggioranza ed e' certo che ce l'avranno. Che lo facciano pure. Anche la maggioranza di governo va avanti a colpi di fiducia e noi vedremo cosa fare. Siamo una minoranza". "Arrabbiati? Noi non siamo arrabbiati con nessuno".




"Il regolamento e' quello- ha proseguito Galliani- ma noi ci aspettavamo che l'assemblea, preso atto che nessuna delle grandi vota in Consiglio (anche se Moratti e Galliani stanno in consiglio federale, scelti per la loro autorevolezza e per fare battaglie per tutte il calcio) ci avrebbe dato questa possibilita'. Se Inter e Milan non ci sono, la Sensi non vota, De Laurentiis e Cobolli non ci sono, vuol dire che tutto il consiglio di Lega sta dalla parte del 16% dei tifosi e non dell'84%: quindi, abbiamo detto in assemblea, vi chiediamo di eleggere Cobolli Gigli in rappresentanza di grandi e di piccole. Risultato: al secondo turno Ghirardi 11 voti, Cobolli 8. La Fiorentina si e' schierata per Cobolli Gigli, gli altri due non so chi fossero. Ma e' evidente che ormai tutto sara' cosi' anche quando ci sara' bisogno di decidere il fornitore, che so, del gasolio di riscaldamento. Quindi adesso potrebbero decidere anche sulla mutualita'... Chiedete a loro, possono prendere qualunque tipo di decisione. Non possiamo pensare di andare avanti in questa situazione. Lasciar fuori dal Consiglio di Lega tutte le cinque grandi a me sembra un grande errore strategico. Dall'altra parte l'hanno pensata diversamente. Il presidente? Matarrese si e' schierato dicendo che era giusta la rappresentativita' delle grandi ma e' stato zittito. Da chi? Ve lo farete dire da loro. Ma non e' un problema tra Ghirardi e Cobolli, ma di rappresentanza di club".