{{IMG_SX}}Milano, 23 maggio 2007  - Il Milan e' campione d'Europa per la settima volta. Istanbul con i suoi sei minuti di follia, i rigori sbagliati e i balletti di Dudek sono ormai solo un fastidioso ricordo. 728 giorni dopo, la rivincita di Atene e' finalmente arrivata e questa volta tocca al Liverpool piangere.

 

Nella capitale greca, dove nel 1994 il Barcellona del presuntuoso Cruyff venne seppellito 4-0, l'uomo giusto al momento giusto si chiama Filippo Inzaghi (miglior marcatore italiano in Champions League con 42 reti in 68 gare, 58 in tutto i suoi gol in Europa contando anche i 7 in Intertoto). Uno che segna in tutti i modi e questa volta si inventa un gol di spalla allo scadere del primo tempo e un altro alla sua maniera nel finale, saltando in dribbling Reina e firmando cosi' una doppietta che vendica Istanbul (SuperPippo era in tribuna) e regala al Milan una Champions meritatissima. E' la coppa di Ancelotti, al secondo trionfo in Champions dopo quello di Manchester contro la Juventus, da 'perdente di successo' a tecnico inseguito dai piu' prestigiosi club d'Europa.

 

E' la coppa di Maldini, la sua quinta su otto finali giocate, capitano e simbolo del ciclo vincente berlusconiano. E' la coppa di una squadra che, una volta sbattuta nei preliminari dalle sentenze di Calciopoli, dalla convinzione di aver subito una grande ingiustizia ha trovato dentro di se' una forza straordinaria. Proprio come l'Italia campione del mondo dieci mesi fa. Eppure in avvio di gara il Liverpool e' piu' equilibrato tatticamente e piu' convinto a livello mentale. Il Milan, invece, sembra essere entrato in campo con il pensiero di Istanbul nella testa. Ancelotti conferma lo schieramento ad 'albero di Natale', con il trio Gattuso-Pirlo-Ambrosini a coprire i movimenti di Kaka' e Seedorf dietro Inzaghi. Quando il Liverpool ha il possesso di palla, pero', l'olandese scala velocemente sulla linea dei centrocampisti, sulla sinistra.

 

Il Milan cerca di imporre il proprio gioco, fatto di possesso palla e verticalizzazioni improvvise, ma il Liverpool e' molto bravo a chiudere gli spazi. Come era prevedibile, una delle qualita' migliori del Liverpool e' quella di far giocare male gli avversari. Benitez, un po' a sorpresa, preferisce tenere molto alti gli esterni Pennant e Zenden, con Gerrard centrale alle spalle di Kuyt, mentre Xabi Alonso e Mascherano si occupano della copertura difensiva. I maggiori pericoli per il Milan arrivano dalla destra, dove Pennant spinge molto e Jankulovski va spesso in difficolta'. Al 10' Dida deve compiere un difficile intervento per respingere un insidioso diagonale dell'esterno inglese, mentre al 27' un potente rasoterra di Xabi Alonso finisce fuori di poco. I rossoneri soffrono e Ancelotti, molto preoccupato, non vede l'ora di arrivare all'intervallo per scuotere i suoi. Al 45', pero', Kaka' guadagna con esperienza una punizione al limite dell'area per fallo di Xabi Alonso. Batte Pirlo, ma sulla traiettoria spunta Inzaghi che devia il pallone con la spalla sinistra e spiazza Reina. Galliani, in tribuna, esulta insieme ad Abete, mentre Berlusconi si limita a sorridere.

 

Il gol cambia i piani di Benitez, che nella ripresa e' costretto a rivedere lo schieramento iniziale. Dopo un quarto d'ora il tecnico spagnolo inserisce Kewell al posto di Zenden e la pressione dei Reds aumenta con il passare dei minuti. Al 18' Gerrard sfrutta un errore di Gattuso, entra in area da sinistra ma il suo diagonale e' ben parato da Dida. Al 33' Benitez mette in campo anche Crouch, ma il Milan si difende bene e al 37', su assist perfetto di Kaka', Inzaghi salta Reina e chiude la partita. Inutile, nel finale, il gol di testa di Kuyt. "Vince chi segna per primo", aveva detto Benitez alla vigilia. E cosi' e' stato.

 

BERLUSCONI EUFORICO

 

"Il Milan e' la squadra piu' forte d'Europa degli ultimi 20 anni". Lo ha dichiarato, visibilmente soddisfatto, il presidente del Milan Silvio Berlusconi dopo la vittoria contro il Liverpool. "Con questa vittoria andiamo in pari con la sconfitta di Istanbul che ci pesava ancora molto ed inoltre con questa il Milan ha partecipato ad 8 finali - la seconda e' la Juve con 4 - negli ultimi 20 anni e per questo e' in assoluto la squadra piu' forte d'Europa negli ultimi 20 anni, che e' un ottima soddisfazione". Berlusconi racconta ai microfoni di Sky che aveva predetto ad Inzaghi che avrebbe segnato una doppietta. "Gli avevo garantito che avrebbe fatto due gol, quindi mi sembra che la promessa e l'impegno siano stati mantenuti". La qualita' del gioco nella finale di Atene non e' stata granche', ma Berlusconi si accontenta.

 

"A Istanbul la gara e' stato molto piu' bella e si e' giocato meglio, ma si sa come sono le finali, c'e' grandissimna tensione. Dalle finali si pretende la vittoria e non il bel gioco" ha detto Berlusconi, che ha promesso almeno un grande colpo di mercato. "Abbiamo in animo di potenziare il Milan, certamente faremo una campagna acquisti in questa direzione, ci sara' un rinforzo importante. Buffon? L'ho sempre escluso, grande portiere Buffon ma anche Dida e stasera lo ha dimostrato, non abbiamo da cambiare. Il Milan ha vinto per se', per l'Italia e questo deve avanzarci e bastarci".

 

LA GIOIA DI INZAGHI

 

"Avevo gia' vinto la Champions, ma due gol in finale...Stento a crederci, dopo una carriera cosi' mancava solo questo". Filippo Inzaghi scoppia di gioia dopo la doppietta ad Atene che e' valsa la vittoria in finale di Champions sul Liverpool. "Sul primo gol sono stato fortunato - ammette l'attaccante rossonero ai microfoni Rai - ma va bene vincere una Champions dopo un'annata cosi'. Dopo la Nazionale abbiamo fatto sei giorni di vacanza, da agosto siamo arrivati fino ad oggi. Questa squadra merita i complimenti, e' fatta da uomini veri, c'e' un'unione d'intenti favolosa". Inzaghi ammette che sapeva gia' da tempo che avrebbe giocato titolare e promette che "finche' staro' bene indossero' questa maglia, questa e' l'ultima maglia della mia carriera". E quando si parla di dediche, Inzaghi dice che "ce ne sarebbero troppe, la mia famiglia, mio padre, mio fratello, mia madre. Tanta gente mi e' stata vicina, due anni fa sono stato fuori un anno e il Milan mi ha aspettato e quando sono rientrato San Siro mi ha applaudito. Queste cose non le dimentico, sento una fiducia indescrivibile". Poi pero' la dedica arriva, "a un giornalista che non c'e' piu' e che sarebbe stato felice di questa coppa, Alberto D'Aguanno".