Giovedì 25 Aprile 2024

"Che orgoglio il mio Spiderman nero. E per il futuro sogno un horror"

A Cartoons on the Bay una mostra e un incontro con Sara Pichelli, la marchigiana che ha disegnato il primo Uomo Ragno di origini afroamericane e ispaniche

Sara Pichelli con alcuni dei suoi disegni a "Cartoons on the Bay"

Sara Pichelli con alcuni dei suoi disegni a "Cartoons on the Bay"

Venezia - "Il fumetto può aiutare a combattere il razzismo e l'ignoranza che sta alla base, perché è un media molto popolare. E' importante che i bambini comincino a vedere che i personaggi a cui si ispirano possono avere diverse origini etniche e religiose". Parola di Sara Pichelli, la marchigiana 33ennne (è di Porto Sant'Elpidio) protagonista di una vera e propria svolta nel mondo del fumetto nel 2011 con la versione "Ultimate" (una sorta di universo parallelo) dell'Uomo Ragno (Spiderman) che ha visto un ragazzo di colore (origine afroamericana di parte di padre e portoricana da parte di madre) indossare i panni del supereroe su testi di Brian Michael Bendis. A lei Cartoons on the Bay (il festival dell’animazione tv organizzato da RaiCom che oggi si chiude a Venezia) ha dedicato una mostra e uno degli incontri più attesi.

Una svolta che ha suscitato reazioni contrastanti quella dell’Uomo Ragno nero

"E' vero, ci sono stati i fan duri e puri, ma anche dei lettori razzisti a cui non è piaciuta. Addirittura per aver modificato il costume dell'Uomo Ragno ho ricevuto minacce di morte. Ma il grande pubblico ha molto apprezzato ed è stata un'esperienza straordinaria trovare persone che mi ringraziavano dicendomi 'sorella, tu disegni la nostra razza benissimo' “.

Come è cominciato il percorso con i fumetti?

"In realtà tardi, perché io ho fatto animazione fino al 2008. Lavoravo alla Rainbow (la casa di produzione delle Winx, ndr) poi ho deciso che non era questa la mia strada e ho partecipato a un concorso internazionale della Marvel. Sono stata selezionata insieme ad altri undici disegnatori e ho cominciato a lavorare per Marvel".

Quali autori di fumetti ama di più?

"Sicuramente Gaiman e Moore, Poi il francese Manu Larcenet e gli italiani Ortolani e Zerocalcare. Senza dimenticare mostri sacri come Pratt, Manara e Liberatore".

Ha mai pensato a un personaggio tutto suo?

“Sì, mi piacerebbe in futuro fare un fumetto horror. Con un’eroina come protagonista”

Lei insegna a Roma a giovani che sognano di fare il suo mestiere. Che consigli si sente di dare?

"Prima di tutto di leggere tanti fumetti. L'altro consiglio è di girare le fiere di tutto il mondo per portare i loro lavori: purtroppo il mercato italiano non è concorrenziale".