Milano, 12 marzo 2012 - "HAI SOLO una possibilità, non perdere l’occasione di fare successo, questa opportunità viene una volta sola nella vita" rappava un tempo Eminem in 'Lose Yourself'. A quelli dalla rima facile come lui "l’opportunità" la confeziona da venerdì scorso 'Spit', il nuovo talent show in prima serata di Mtv riservato agli acrobati della parola.

CHIUSI in una gabbia d’acciaio dodici giovani guerrieri dell’hip-hop si affrontano per nove settimane davanti a una giuria di esperti composta da due che in materia la sanno lunga come J-Ax e Mastafive e da un alieno paracadutato nella mischia da altri mondi come il paroliere di Laura Pausini (e molti altri) Niccolò Agliardi. Il talento che la commissione è chiamata a valutare sta nell’abilità dei contendenti a improvvisare i loro freestyle su argomenti d’attualità.

A TENERE i fili della contesa è Marracash - del quale non è sfuggita ai più la dimessa autoproclamazione su disco e su Twitter ora 'King' ora 'Re del Rap', decisamente abile nel sovrapporre l’urgenza del rap, "la CNN del ghetto" come lo chiamano oltre oceano, con lo slancio giovanilista di “Amici”. Anche se alla fine il clima che si respira a 'Spit' è più quello dello Shelter di '8 Mile', il locale dove Eminem lancia le sue sfide lessicali davanti alla cinepresa di Curtis Hanson, che non quello dello studio di 'X Factor'.

"I RAGAZZI in gara li ha selezionati Mastafive, sono tutti molto bravi e abituati alle sfide" spiega Marracash. "La novità rispetto alle 'rap battle' tradizionali è che qui siamo in tv e quindi non ci sono insulti, ma piuttosto un tema da approfondire e sviluppare cercando di stare sempre ben al centro della cronaca". Se venerdì scorso ad aprire la lista dei super ospiti è stato Morgan, uno che nei talent show si è reinventato la carriera, venerdì prossimo è la volta di Jacke La Furia dei Club Dogo e quello successivo di Francesco Sarcina de Le Vibrazioni.

"SE LO 'Spit Gala', tre mesi fa, era una festa, il programma vero e proprio è un’altra cosa" ammette Mastafive. "Già nella puntata di venerdì scorso è affiorato lo spirito autentico della 'battle', che è un po’ il cuore del programma. E poi il nostro primo 'extra giudice' Morgan ha saputo cogliere nella contesa aspetti importantissimi svolgendo buona parte del lavoro che avrei dovuto fare io".

L’UOMO caduto sulla terra dal pianeta pop, Agliardi, ammette di doversi ancora acclimatare un po’. "Prendo questo incarico più come un divertimento che come un lavoro, anche se ovviamente mettendoci tutto il rigore imposto dal mio ruolo. Trovo infatti il freestyle un mondo interessante, da seguire con attenzione, dove la parola è protagonista. I rapper in gara a 'Spit' sono eccellenti e tecnicamente ineccepibili. Anche se devo riconoscere che alcune loro “regole grammaticali” non le ho ancora afferrate del tutto".

"SPIT' - continua invece Marracah - è per me un programma importantissimo, anzitutto perché si basa sulla tecnica del freestyle che ha un appeal fortissimo, anche per chi non segue il genere hip-hop. A vedersi, il freestyle è qualcosa di magico e circense: è incredibile vedere come alcuni ragazzi siano talmente bravi da riuscire a fare rime che ti lasciano a bocca aperta, improvvisandole al momento. Ma 'Spit' è anche una delle più grandi occasioni per l’hip-hop. E’ l’occasione di dimostrare che non esistono solo i talent show canonici, fatti di lacrime; in 'Spit' non c’è gente che piange, ma ragazzi che sudano e che competono nel senso più bello del termine".

CONSIGLI ai concorrenti? «Regola numero uno - fa sapere Marracash - allenarsi tantissimo: la mente deve essere abituata all’improvvisazione e a non incepparsi. Regola numero due: originalità e personalità. Regola numero tre: mettersi in gioco, confrontarsi il più possibile. Tirare fuori le palle, direi".

Andrea Spinelli