BOLOGNA, 12 marzo 2011 - Si è spenta stamattina in una clinica milanese Nilla Pizzi. La cantante, prima vincitrice del festival di Sanremo nel 1951 con 'Grazie dei fiori', avrebbe compiuto 92 anni il 16 aprile. Era ricoverata in una clinica dopo un intervento subito tre settimane fa. A dare l'annuncio il suo agente Lele Mora.

LORELLA BOLELLI

SE NON FOSSE STATO per il concorso “Cinquemila per un sorriso” Nilla Pizzi (nata Adionilla Negri) avrebbe con ogni probabilità seguito le orme materne e delle sorelle Liliana e Denisa. Figlia di una sarta a domicilio, aveva frequentato l’avviamento professionale e si era poi impiegata come piccinina di sartoria passando successivamente alla Ducati come collaudatrice di apparecchi radio dove potè, però, farsi una cultura canzonettistica ascoltando le voci di Lina Termini, Silvana Fioresi, Dea Garbaccio. Ma quella foto, il suo sorriso, le cambieranno la vita.

Era il 1937. Lei aveva 18 anni, essendo nata a Sant’Agata Bolognese il 16 aprile del 1919. Suo padre Angelo è un contadino che cura anche la manutenzione stradale per conto del comune, la sua sembra una vita predestinata a un lavoro onesto ma modesto e a una famiglia come quella di tutte le coetanee (infatti nel ’38 conosce il manovale edile Guido Pizzi con cui si sposa il 24 settembre 1940 mantenendone a vita il cognome).

Ma non sarà così: il marito parte per il fronte e non tornerà più da lei che intanto comincia a esibirsi negli spettacoli per le Forze Armate divenendo la mascotte del 35° Reggimento di Fanteria di Bologna. Per la verità una naturale inclinazione per il teatro l’aveva manifestata fin da bambina ma sembravano sogni destinati a rimanere tali. E invece le colleghe di lavoro la convinsero a coltivare la passione per il canto, e, facendo la spola fra Sant’Agata, la Ducati e la sede dell’Eiar, riesce, nell’aprile 1943, a firmare il suo primo contratto con l’antenata della Rai, spostata provvisoriamente a Bologna.

 Il debutto ufficiale in radio avviene nel 1942. Dopo un Concorso Radiofonico per Voci Nuove (fu prima davanti a diecimila concorrenti), entra nella sua vita (anche sentimentale) il maestro Cinico Angelini con cui si trasferisce a Torino, canta “Tutto passa e si scorda” usando i nomi d’arte di Ilda Tulli, Isa Merletti e Carmen Isa e due anni dopo entra per la prima volta in sala d’incisione dove, insieme a Bruna Rattani, fa da coretto a Elsa Peyrone nel brano “Ronda Solitaria”.

Come solista il disco d’esordio è invece “Alba della vita” cui seguono “Verrà”, “Quel mazzolin di fiori”, “Tulipano d’oro”, “Serenata delle serenate”. Ma la sua voce ritenuta troppo moderna e sensuale, quindi filo-americana, le causa l’allontanamento dalla programmazione radiofonica e dalle sale d’incisione dove rientra solo a Liberazione avvenuta sempre con l’orchestra Angelini incidendo per l’etichetta La Voce del Padrone e per la Cetra. I successi si susseguono: “La barchetta in mezzo al mare”, “Chimera”,”Ciu ciu”,”Prisonero del mar”,”Tutta la vita”, “Gelosia”,”Voglio amarti così”,cover di “Solamente una vez” e “Dove stà Zazà” duettata con Tony Stella.

Intanto termina la liaison con Angelini e nella sua vita entra il cantante Luciano Benevene, col quale incide le famosissime “Avec son tra la la” e “Che si fa?”, “Corumba”, “Va pensier”, “Bongo bongo”, “Avanti e indrè”, “Miguena la torera”. Ma anche il capitolo Benevene si esaurisce e nel 1950 inizia un romantico epistolario con Achille Togliani, poi è la volta di Gino Latilla mentre la carriera prosegue col lancio della popolarissima “Ciliegie rosa”.

Nel 1951 viene ingaggiata insieme ad Achille Togliani e al Duo fasano a prendere parte alla prima edizione del Festival di Sanremo dove interpreta ben nove motivi: ”Ho pianto una volta sola” di Olivieri, ”Mia cara Napoli” di Mazzocco, ”Oro di Napoli” di Bertini, ”Tutto è finito” di Odorici, “Notte di Sanremo” di Poletto e la suggestiva “E’ l’alba” del maestro Trovajoli che non entrano in finale, mentre “La margherita” di Valdes duettata con il Duo Fasano, ”L’eco fra gli abeti” di Carlo Alberto Rossi, duettata con Togliani, giungono in finale.

 Nilla si aggiudica il primo e il secondo premio rispettivamente con “Grazie dei fior” e con “La luna si veste d’argento”. Nel febbraio delle stesso anno il 78 giri di “Grazie dei fiori” venderà 36.000 copie, vero record per l’epoca. Al secondo festival di Sanremo propone ben sette brani: tre canzoni si piazzano nelle prime tre posizioni, “Vola colomba”, “Papaveri e papere”, “Una donna prega”.

Luca Goldoni conia per lei la definizione di “regina della canzone italiana”. “Vola colomba” fa il giro del mondo, “Papaveri e papere” con 70.000 copie vendute in Italia in pochi mesi e addirittura 600.000 in Inghilterra viene tradotta in quaranta lingue e incisa fra gli altri da Yves Montand, Beniamino Gigli e Bing Crosby. Dal celebre motivo viene anche tratto nello stesso anno un film con Walter Chiari dal titolo “Lo sai che i papaveri...?”.

 Nel ’53 debutta al cinema con il regista Mauro Bolognini che la vuole nel film “Ci troviamo in galleria” accanto a Carlo Dapporto, Alberto Sordi e a una giovanissima Sophia Loren. Ma l’anno dopo, colpita dal tentato suicidio di Gino Latilla e stanca delle continue gelosie del maestro Angelini, che al Festival di Sanremo la sostituisce con Vittoria Mongardi, decide di lasciare tutto. Si fa bionda, diventa magrissima e firma un contratto con la RCA.

Si sposa nuovamente, in gran segreto ad Acapulco, con il chitarrista Carlo Porti: ma durerà poco. Nel ’58 torna a Sanremo dove si classifica seconda con la celeberrima “L’edera” dietro a “Nel blu dipinto di blu” e con lo stesso brano conquista Canzonissima mentre il nuovo amore Sante Simeone l’accompagnerà fino ai primi anni Sessanta. Resasi conto che i gusti musicali stanno però rapidamente cambiando apre un elegante night ad Acapulco che chiama “Portofino” in omaggio all’amico Fred Buscaglione, scritturando il cantante Emilio Pericoli; fra i frequentatori del locale attori come Curd Jurgens, Caterina Valente, Frank Sinatra e Sammi Davis jr. Torna anche al cinema diretta da Alberto Lattuada per il quale interpreta Sostrata nella riduzione de “La mandragola” di Machiavelli, accanto a Totò, Romolo Valli, Rosanna Schiaffino e Philippe Leroy.

 E nel ’78 è nel cast di “Melodrammore” di Maurizio Costanzo, accanto a Enrico Montesano, Amedeo Nazzari, Jenny Tamburi e Claudio Villa. Da cantante a presentatrice: nel 1981 viene chiamata da Gianni Ravera a condurre il festival di Sanremo al fianco di Claudio Cecchetto ed Eleonora Vallone. Mentre nel ’96 Paolo Limiti la inserisce come ospite fissa nei suoi programmi pomeridiani “E l’Italia racconta”, “Ci vediamo in tv”, “Alle 2 su RaiUno”, “Ci vediamo su RaiUno”.

L'addio a Sanremo, commovente, avviene l'anno scorso, mentre si festeggiano i 60 anni del Festival. La novantenne cantante entra sul palco dopo l'omaggio tributatole da Carmen Consoli, che ha interpretato Grazie dei fiori, ed accenna il ritornello di Vola colomba dimostrando di avere ancora un'intonazione perfetta e di aver mantenuto la sua caratteristica voce bruna e ferma.Tanto che nello scorso settembre era partita addirittura la registrazione di un nuovo album (sarebbe il 28mo) di canzoni inediti. Un progetto che rimane per forza incompiuto.

Una voce unica, inconfondibile, che ha inondato le più lontane lande della terra: addirittura un piccolo villaggio africano dal quale ricevette come ringraziamento un elefante direttamente a casa. Settant’anni di carriera senza mai fermarsi. L’ha bloccata solo una malattia inesorabile. E, ahimé, fatale.