{{IMG_SX}}Los Angeles, 29 maggio 2008 - Arriva nelle sale americane 'The Strangers', thriller diretto dall'esordiente Bryan Bertino che rappresenta il ritorno al cinema di Liv Tyler dopo la gravidanza e la nascita del figlio Milo, che ora ha tre anni e mezzo. Nel futuro di Liv Tyler c'è poi 'The incredible Hulk', in uscita negli Stati Uniti il 13 giugno, in cui interpreta la fidanzata del supereroe interpretato da Edward Norton, che ha firmato anche la sceneggiatura, mentre la direzione è stata affidata a Louis Lete.

 

In 'The Strangers', una coppia in crisi passa un weekend in una casa isolata, dove viene attaccata da tre personaggi mascherati, prima percepiti come una presenza, ma che presto diventano un pericolo reale. ''La prima volta che, aprendo una tenda, mi sono trovata davanti uno di loro - ha raccontato l'attrice di 'Io ballo da sola' - ho urlato così forte che ho spaventato tutti. Non sapevo se ne sarei stata capace, non ho mai urlato nella vita reale. Non mi è mai capitato, per esempio, di prendere in mano d'istinto un coltello perché avevo sentito un rumore in casa. Però ho paura del buio, soprattutto in campagna, in mezzo ai boschi''.

 

Il periodo nella vita privata dell'attrice non è molto felice. Si è infatti appena separata dal marito Royston Langdon, con il quale era sposata da cinque anni. ''Ma non sono ancora pronta per parlarne'' ha commentato.

 

Non ha invece problemi a parlare del figlio Milo: ''Quando è nato, aveva appena tre settimane, ho rinunciato a due progetti che mi sarebbero piaciuti. Non ho avuto il coraggio di lasciarlo e di smettere così presto di allattarlo. Ora, però, è perfetto. Mi può seguire sul set: quando abbiamo girato 'The Strangers' siamo stati in South Carolina, in un country club, e ho passato la maggior parte del mio tempo libero a guidare un golf cart. Trattore! Trattore! Non diceva altro''.

 

La collaborazione con Scott Speedman, il suo coprotagonista, e Bryan Bertino non è stata proficua solo sul set: ''Passavamo molte serate in un locale che si chiama Therapy now, a Florence non c'è molto altro da fare. Ci siamo divertiti al karaoke o anche solo a stare appoggiati al biliardo a bere. La cosa positiva è che lì si poteva fumare dappertutto, anche al ristorante''.
Anche sul set l'atmosfera era amichevole: ''Eravamo quasi sempre Scott, Bryan e io. Non mi era mai capitato di essere in tutte le scene di un film. Non mi capita spesso di leggere qualcosa e pensare ''Voglio farlo!'' prima ancora di sapere chi è il regista. Quando ho avuto il ruolo, Bryan aveva già scritto la sceneggiatura, ma non era ancora stato chiamato a dirigere. Era la sua prima volta, ma conosce il materiale così bene che si è rivelato la scelta adatta''.