{{IMG_SX}}Roma, 26 aprile 2008 - Uscirà il 9 maggio 'Mongol', il nuovo film del regista russo Sergei Bodrov. Già passato alla Festa del Cinema di Roma in concorso, il film racconta Gengis Khan. Secondo il regista non era affatto un mostro, anzi, ''nel 1.100 abolì la tortura''.

 

Il film racconta la storia della giovinezza e della maturazione spirituale del giovane Temudzhin, l'uomo che diventerà Gengis Khan imperatore dei mongoli e che nel XII secolo dette vita a uno dei più grandi imperi della storia.

 

Figlio di un capo di una tribù mongola, Temudzhin, interpretato dalla star giapponese Tadanobu Asano, (nella foto) si innamorò della giovane Borte (Khulan Chuluun) cui resterà legato per tutta la vita e che lo guiderà nelle conquiste con il suo amore e i suoi consigli.

 

''Il mio film è anche una storia d'amore, mi interessava raccontare il suo rapporto con questa donna che è ancora molto poco conosciuto'', ha spiegato Bodrov alla Festa di Roma tenendoci a salvare la figura di questo mongolo considerato da sempre un sanguinario: ''In realtà è considerato crudele dagli occidentali e dai russi mentre in Oriente è un vero e proprio mito. Probabilmente ha avuto questa fama perché con un esercito così piccolo ha conquistato una grande quantità di Paesi. In Russia - ha sottolineato il regista, premio Oscar con 'Il prigioniero del Caucaso' - dicevano che il suo esercito era composto da milioni di diavoli, ma questo solo per giustificare la debolezza degli eserciti che gli si opponevano. Tra le curiosità di questo film, costato circa 15 milioni di euro, il fatto che Bodrov prima di iniziare a girarlo è andato a consultarsi con il capo sciamano della Mongolia per chiedergli il permesso: ''A me è sembrata una buona idea, perché gli sciamani erano molto importanti a quell'epoca e i mongoli ancora credono che Gengis Khan sia stato il più grande di tutti''.

 

Le riprese di Mongol sono cominciate nel 2005 e si sono svolte nelle zone più remote di Cina, Kazakhstan e Mongolia - terre che facevano parte dell'impero mongolo, con quelle steppe e foreste sconfinate in cui era cresciuto il giovane Temugin. Il film che ricostruisce la vita delle tribù nomadi mongole del XII secolo che attraversavano quelle regioni a cavallo ha utilizzato alcune popolazioni della Mongolia che fanno una vita non molto diversa da quella dei loro antenati.