{{IMG_SX}}Roma, 23 aprile 2008 - Gwyneth Paltrow arriva in ritardo alla conferenza stampa romana di 'Iron Man', il kolossal tratto dal celebre fumetto Marvel, in uscita in anteprima mondiale in Italia il 1 maggio. Si fa scusare subito, però, quando con semplicità afferma che non ha bisogno che le domande dei giornalisti vengano tradotte in inglese perché lei capisce bene l'italiano.

 

Nel film diretto da Jon Favreau l'eterea Gwyneth interpreta Pepper Potts, zelante e 'precisina' assistente del supereroe Tony Starck-Iron Man, interpretato da Robert Downey jr. "Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, ne sono sicura. Pepper è la coscienza di Tony Starck: è fedele, leale, generosa e non esprime mai giudizi. E questa credo sia una cosa fondamentale nella relazione uomo-donna: bisogna sostenere l'altro senza giudicarlo per non limitarne le azioni".

 

L'attrice americana negli ultimi anni ha diradato le sue apparizioni cinematografiche per stare più vicina ai figli Apple e Moses, nati dal suo matrimonio con il musicista Chris Martin.
"Ormai scelgo con molta cura le sceneggiature - ha spiegato l'attrice - non voglio perdermi l'emozione di vedere i miei bambini che crescono. Per tenere in vita anche la mia natura artistica, però, ho deciso di girare solo un film l'anno, se c'è un cast straordinario o un ruolo che non ho mai interpretato, come in questo film".

 

Il personaggio di Tony Starck, che si trasforma in Iron Man, nacque nel 1963 dalla penna di Stan Lee.
Oggi il regista Jon Favreau traspone le sue avventure ai giorni nostri: Starck è un fabbricante di armi senza scrupoli che viene rapito in Afghanistan per costruire un missile potentissimo, ma riesce a sfuggire ai rapitori costruendosi un'armatura tecnologica. Quando torna nel suo laboratorio mette a punto questo travestimento che lo rende invincibile, smette di fabbricare armi e crea il suo alter-ego Iron man.

 

"Si tratta chiaramente un film di intrattenimento, anche se ci sono degli accenni al mondo contemporaneo. - spiega il regista - Non volevamo un supereroe cupo ma ironico, una persona che prende coscienza di una cosa e per questo si trasforma in un eroe.

 

Grazie agli interventi di Robert Downey jr nella sceneggiatura, alle sue improvvisazioni e alla grande complicità che si è creata sul set penso ci siamo riusciti". In effetti la personalità e le trovate di Downey jr. danno l'anima ad un film che poteva essere solo effettoni speciali: "Sono intervenuto sulla sceneggiatura, ma non più di tanto: visto il tema credo che il ministero della Difesa avrebbe avuto qualche problema ad accettare quello che avrei voluto dire io" scherza l'attore.

 

Downey jr. sottolinea che tutti i membri del cast hanno lavorato con 'spirito monastico' per la riuscita di questo strano esperimento cinematografico. "Noi attori siamo degli strumenti che traducono delle emozioni per portarle al pubblico, c'è qualcosa di spirituale nel nostro lavoro" prosegue la Paltrow, che a proposito della celebrità afferma: "Gli attori non devo nascondere nulla, essere sinceri, mostrarsi al mondo. Ma allo stesso tempo dobbiamo imparare a proteggere la nostra vita privata. Io ho deciso di parlare del mio privato solo dopo un brutto periodo di depressione seguito alla nascita del mio secondo figlio. L'ho superata combattendo, risollevandomi, ricominciando ad uscire, ad immergermi nella vita. Vorrei che le altre donne che attraversano questo momento buio, non si sentano sole. Può capitare a tutte, bisogna reagire".