{{IMG_SX}}Berlino, 12 febbraio 2008-E’ un perfezionista. Per interpretare un personaggio, ne fa mille. Arriva a costruire un pupazzo enorme col volto del padre nel film, o a imparare il pianoforte per una scena che verrà tagliata. O a dimagrire venti chili. Insomma, le cose che faceva Robert De Niro. E magari i due hanno davvero qualcosa di simile nel Dna: per esempio le origini. De Niro è originario di Ferrazzano, nel Molise. Anche Elio Germano è molisano, di Duronia. Pochi chilometri da dove è partita la famiglia di De Niro, per andare in America.
Elio Germano, classe 1980, adesso è a Berlino, in una giornata quasi primaverile, per il premio 'Shooting Star'. Non un premio: qualcosa di più. Una consacrazione per gli attori giovani. Per ogni paese d’Europa viene eletto un attore – o un’attrice – con pochi anni e molto talento. Quest’anno, per l’Italia, hanno scelto lui, dopo averlo visto in 'Mio fratello è figlio unico' di Daniele Luchetti: storia intensa e straziante di un 'fascista per caso' nei turbolenti anni ’70.

Barba rossa morbida, alla Francesco De Gregori, portata per esigenze di scena del nuovo film che dovrà interpretare, 'Come Dio comanda' di Gabriele Salvatores. Riccioli scompigliati, come sempre. Sguardo febbrile, come sempre. Elio Germano risponde alle domande, con la condizione che non si parli dei tre suoi film che stanno per uscire. Poi, però, è lui stesso a parlarne.

 

Elio, è stato un anno straordinario, per lei. L’Italia ha trovato un attore che prima di tutto è bravo, intenso in ogni istante. Ora se ne stanno accorgendo anche fuori dall’Italia. Che effetto fa?
"Prima di tutto, è una grande occasione. Non sono ipocrita: non mi dispiacerebbe trovare l’opportunità di lavorare anche all’estero. Poi, mi sono reso conto che, negli altri paesi d’Europa, hanno il coraggio di fare film che raccontano il presente".

In Italia manca il coraggio?
"Beh, in altri paesi fanno film su temi scottanti, e mi chiedo: in Italia saremmo capaci di farlo? O questi temi sarebbero bloccati sul nascere, o magari sarebbero raccontati con un occhio alla verità e un altro agli incassi, con la tendenza ad addolcire la pillola?".

Parliamo dei film che ha da poco finito di interpretare. 'Il mattino ha l’oro in bocca' è tratto dalla autobiografia di Marco Baldini, il complice di Fiorello in tv, che racconta la sua caduta nell’abisso del gioco.
"Il film non è esattamente la biografia di Marco: abbiamo creato un personaggio, per raccontare un’ossessione nella quale molte persone cadono. Non ho avuto preoccupazioni di realismo. Mi sono concentrato sugli aspetti più essenziali della storia".

C’è anche il film di Paolo Virzì, 'Tutta la vita davanti', che uscirà il 14 marzo.
"Sì: e ne sono molto felice. Con "N. – Napoleone", Paolo e io abbiamo fatto una bellissima esperienza di lavoro, sfortunata al botteghino. Sono felice che Paolo abbia trovato l’occasione e l’energia per ricominciare, subito, e di nuovo con me".

Andiamo dentro la 'bottega' di costruzione dei suoi personaggi. Lei è di quelli che vogliono un progetto ben definito, o preferisce lavorare insieme al regista per costruire il personaggio?
"Io sono un grande rompiscatole! Se il regista me lo permette, non ho pace finché non ho costruito tutto il personaggio, ogni dettaglio, insieme a lui. Ma non perché voglio il mio nome tra gli autori della sceneggiatura: semplicemente voglio conoscere nell'intimo il mio personaggio. Per poi poter andare sul set e viverlo, senza preoccuparmi di ricordare la battuta. In qualche modo, l’ho già tutto assorbito, quando battono il primo ciak".

C’è qualche cosa di strano che ha mai fatto, per preparare un film?
"Beh, tante follie di cui non parlo di solito. Per interpretare 'N.', ho imparato a scrivere come nell'Ottocento, con quella grafia 'napoleonica'. Sono andato a scuola da una grafologa, con il calamaio e la penna d’oca; per 'Nessuna pietà agli eroi' di Paolo Franchi mi sono costruito un pupazzo gigante del padre, il mio nemico nel film, la mia ossessione. E ho vissuto per mesi con questo pupazzo".

 

Viene proprio in mente il De Niro della leggenda: quella che vuole che sia ingrassato venti chili per 'Toro scatenato', e abbia guidato per settimane i taxi di notte per 'Taxi Driver'. De Niro, il dio del cinema. "Ma chi ti credi di essere, Dio?", chiedono a Woody Allen in 'Manhattan'. E lui: "Beh, a qualche modello dovrò pure ispirarmi!". Anche Germano, a qualche modello dovrà pure ispirarsi.