
Cino Cinughi de Pazzi, presidente del Consorzio Chianti Colli Senesi
La presenza al Vinitaly, i valori e l’andamento dell’annata 2024: Cino Cinughi de Pazzi, presidente del Consorzio Chianti Colli Senesi ribadisce l’importanza della manifestazione: "Per noi il Vinitaly è un evento irrinunciabile – spiega – dove possiamo far conoscere la qualità dei nostri vini e l’impegno nel valorizzare la tradizione e il paesaggio del Chianti. È un’opportunità per entrare in contatto con operatori del settore, buyer della Gdo e, soprattutto, il consumatore, figura centrale della filiera".
"Dividiamo lo stand con il Consorzio Vino Chianti, nostro capofila – prosegue de Pazzi – esponendo nel banco consortile le etichette dei soci che lo desiderano. Chi preferisce una presenza diretta può invece optare per un banchetto vicino. Quest’anno abbiamo ricevuto molti vini, tra cui alcune annate 2024 già imbottigliabili e vendibili dal 1° marzo". Il 2024 è stato un anno positivo per i produttori, con una vendemmia abbondante che ha permesso alle aziende di rispettare i carichi previsti dal disciplinare.
"Dopo anni difficili, segnati da siccità e gelate, la vendemmia 2024 ha portato risultati eccellenti. I nostri soci dai viticoltori, a vinificatori e imbottigliatori, sono professionisti seri, impegnati a garantire un prodotto di qualità", spiega Cinughi de Pazzi. I dati di produzione relativi alla vendemmia 2024, per quanto riguarda i soci del consorzio, sono infatti ottimi: 11.244 quintali di uva, 7.576 ettolitri di vino Chianti Colli Senesi e 790.278 bottiglie. Vinitaly dunque rappresenta anche un’importante vetrina internazionale.
"Chianti è una delle parole italiane più pronunciate al mondo – scherza il presidente –. Siamo stati tra i primi a puntare sull’esportazione, e non certo da poco. Le vendite all’estero valgono circa il 65% del mercato, quindi sono fondamentali. Anche il mercato interno sta andando bene, ma quest’anno abbiamo avuto qualche difficoltà". Il presidente infatti spiega che l’introduzione del nuovo Codice della Strada ha inciso sulle vendite nel canale Horeca (la distribuzione in hotel, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar e catering). "Personalmente sono d’accordo per privilegiare la sicurezza stradale (anche perché il limite di tolleranza alcolica è sempre rimasto quello di prima) – sottolinea –. Bisogna anche considerare che il vino non è l’unica bevanda alcolica, ma lo sono anche superalcolici, birra, aperitivi. Il vino deve essere consumato responsabilmente".
Il vino fa parte della nostra cultura ed è inscindibilmente legato al nostro territorio, che è stato costruito nel tempo dagli agricoltori, che lo devono anche preservare. "Un binomio importante per la nostra zona è l’enoturismo, nato in questa regione grazie a imprenditori illuminati, ed è oggi un patrimonio comune: le cantine mostrano ancora oggi che il vino non è un semplice prodotto industriale, ma il risultato della cura e della passione di chi lo produce", conclude il presidente del Consorzio Chianti Colli Senesi.