
La presentazione della collettiva di Irpinia e Sannio al Vinitaly
Sono 111 le aziende presenti sotto un’unica bandiera. A guidare la collettiva saranno la Camera di Commercio Irpinia Sannio e i due Consorzi di tutela dei vini d’Irpinia e Sannio, che porteranno al padiglione della Campania il meglio della produzione enologica di un distretto che vale oltre due terzi dell’intera viticoltura regionale.
I numeri raccontano una realtà solida e in crescita: 35 milioni di bottiglie prodotte in media ogni anno, un valore alla produzione di circa 120 milioni e un export che nel 2024 ha toccato quota 30 milioni (+7% rispetto al 2023), rappresentando il 68% delle esportazioni vinicole della Campania. Il comparto che conta circa 300 imprese e quasi 17.000 ettari di superficie vitata.
"L’obiettivo – ha spiegato Girolamo Pettrone, commissario straordinario della Camera di Commercio Irpinia Sannio – è consolidare il business dei vini irpini e sanniti, puntando su qualità, sostenibilità, biodiversità e tradizione. A Vinitaly vogliamo intercettare nuovi buyer da tutto il mondo, grazie alla presenza di delegazioni da 140 Paesi".
Ma la partecipazione alla fiera è anche l’occasione per guardare al futuro. Il distretto punta infatti sull’innovazione con il progetto ‘Dioniso’, guidato insieme al Distretto Aerospaziale della Campania e agli atenei Federico II e Unisannio. Droni e sensori raccoglieranno dati in tempo reale per supportare i produttori nelle decisioni, ridurre l’impatto ambientale, fronteggiare il cambiamento climatico e ottimizzare l’uso delle risorse.
A Verona si discuterà anche di enoturismo, a un anno dall’approvazione della legge regionale, e di digitalizzazione delle imprese. "Nelle fiere come Vinitaly dobbiamo fare quello che sappiamo fare – ha detto il presidente di Sannio Consorzio Tutela Vini, Libero Rillo – , cioè raccontare il nostro territorio, raccontare quello che facciamo, raccontare quello che il territorio ha nel suo complesso, non solo per il vino. Perché il nostro territorio è ricco di agricoltura, di storia, di artigianato. Noi dobbiamo raccontare queste cose e convincere le persone a venire e fidelizzare la clientela". ERillo ha proseguito: "Oggi la differenza la fanno le persone che vanno a proporsi sui mercati con la loro faccia. Perché i vini buoni, per fortuna, si fanno in tanti posti d’Italia. Quello che il
Sannio ha, è il vino nel contesto territoriale in cui viene prodotto, e noi questo dobbiamo raccontare. Sono convinto che così facendo emergeremo e avremo il posizionamento di mercato che meritiamo".
Sul fronte delle denominazioni, il Sannio può contare su Aglianico del Taburno Docg, Falanghina del Sannio Doc, Sannio Doc e Benevento Igt. L’Irpinia risponde con Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino Docg, oltre alla Doc Irpinia con la sottozona Campi Taurasini.
Marco Principini