"La società agricola Tre Castelli ‘VigneDiLeo’ fa Verdicchio da sempre: siamo una realtà a conduzione famigliare, è proprio il caso di dirlo". Il direttore commerciale Alessandro Aji racconta l’attività dell’azienda nata nel 1920 a Staffolo (Ancona). "Viticoltori con la V maiuscola da generazioni", sottolinea Aji.
Aji, ci racconti di più.
"Uniamo tanta esperienza alla modernità dei nostri tempi. Oggi l’azienda è gestita e condotta da due fratelli molto giovani, Emanuele e Gianfilippo Palpacelli, quindi anche se è una realtà piuttosto longeva si può dire assolutamente che sia anche giovane. Sono 45 gli ettari di vigneto su un totale di 100 della proprietà".
Qual è la vostra identità?
"L’identità si svela proprio sul Verdicchio dei Castelli di Jesi, perché Staffolo è una delle zone più antiche, che noi decliniamo in quattro o cinque tipologie Poi rossi, rosati, vino di Visciola e olio extra vergine di oliva".
Il Vinitaly, in tutto questo, in che tipo di occasione consiste?
"Ormai sono più di 20 anni che partecipiamo al Vinitaly con il nostro stand e anche quest’anno lo faremo: diciamo che bisogna andarci, bisogna esserci insomma, anche se negli ultimi anni è diventato più difficile prendere appuntamenti e gestire l’agenda. Tuttavia resta sempre una ‘piazza’ importante, dove c’è una grande opportunità per relazionarsi con i clienti".
Cosa racconta il settore negli ultimi anni? Quali sono stati i nodi principali da dover risolvere?
"Dal lato produttivo le vendemmie negli ultimi anni sono state difficoltose per alluvioni, grandine, siccità e da ultimo la peronospora. Però, diciamo, che nel complesso non possiamo lamentarci".
In che senso?
"Siamo sempre riusciti a fornire il vino e a soddisfare tutti i nostri clienti".
E per quanto riguarda il mercato?
"Da qualche anno purtroppo si registra una flessione nel consumo di vini. Io per lavoro giro più di mezza Italia ogni anno e vedo che la situazione è un po’ così dappertutto. È un trend che sicuramente è andato peggiorando, in particolare da dicembre fino a tutto il primo trimestre del 2025, da quando cioè le nuove normative introdotto dal Governo hanno fatto registrare una stagnazione delle vendite di vino e, soprattutto, di vini in bottiglia".
Le istituzioni possono aiutare in qualche modo?
"Sicuramente, c’è sempre tanto lavoro da fare. Si potrebbero fare più eventi mirati e strategici per aumentare la visibilità Verdicchio. Non solo proiettati alle vendite, ma per riportare la Doc in alto. Poi tanto lavoro sulle vendite: l’aspetto commerciale è fondamentale per piazzare il Verdicchio e renderlo familiare ai consumatori italiani".