Una magnifica rivoluzione Molinaro: "Cirò apripista, ora c’è tanto fermento"

La coordinatrice regionale di Slow Wine racconta i principali vitigni "Grande impegno per turismo e promozione col brand Calabria Straordinaria" .

Una magnifica rivoluzione   Molinaro: "Cirò apripista,  ora c’è tanto fermento"

Una magnifica rivoluzione Molinaro: "Cirò apripista, ora c’è tanto fermento"

di Francesco Moroni

"Il comparto vinicolo in Calabria è sempre più in fermento. Quest’anno al Vinitaly ci saranno 80 aziende, un bel segnale se rapportato alle altre regioni. C’è molto movimento, diversi consorzi e ogni parte del territorio ha il suo vitigno e le sue caratteristiche: non a caso, si parla di ‘Calabrie’".

Alessandra Molinaro è la coordinatrice regionale per la Calabria di Slow Wine, network in grado di mettere in rete tutti gli attori della filiera con attenzione alla sostenibilità ambientale, alla tutela del paesaggio e alla crescita sociale e culturale delle campagne. "È di poche settimane fa l’incontro con Terre di Reggio Calabria, uno degli ultimi consorzi nati, ma la realtà sono tante", spiega la coordinatrice.

Molinaro, cosa raccontano i vini calabresi?

"Ogni area è ben rappresentata. Si parte dal Cirò, zona storica, che ha nel Gaglioppo il suo vitigno principe: un vino con origini risalenti all’Antica Grecia. Si racconta come venisse addirittura diffuso e servito durante i Giochi olimpici. Dal punto di vista di Slow Wine, poi, il Cirò ha fatto da apripista: è emblematica la storia dei ’Cirò boys’, questo gruppo di vignaioli che 15 anni fa si è rimesso a lavorare le vigne per riprendere la produzione. Non a caso si parla di ‘Cirò Revolution’, un esempio per tutto il territorio".

È stata la scintilla che ha dato il là al movimento?

"Si può dire di sì. Era magnifico andare in vigna, visitare la cantina, conoscere i produttori e andare insieme a loro, in macchina, anche tra le cantine adiacenti".

Poi?

"C’è il consorzio Terre di Cosenza dop: la nascita risale a 10 anni fa, ma negli ultimi tempi ha seguito un po’ la scia lasciata dal Cirò. Da una decina di aziende si è arrivati così a 60 produttori. Il ‘Magliocco’ è il suo vitigno principe: si parla sempre di uva rossa, perché la Calabria è una terra di vino rosso. Infine c’è Terre di Reggio Calabria, come accennato".

Un altro esempio virtuoso?

"Sì, c’è stato tanto lavoro dietro da parte della Camera di Commercio per promuovere queste realtà. Le istituzioni sono recettive e si stanno muovendo bene. Terre di Reggio è nato nel 2021 e ultimamente ha messo in piedi diversi eventi".

La presenza al Vinitaly sarà corposa, dunque.

"Non solo: un’altra novità è che, dal 2022, c’è stata finalmente una sinergia a livello politico e istituzionale che ha dato vita al brand ‘Calabria straordinaria’, con un grande impegno dell’assessorato al Turismo. Ora sta avendo risalto a livello nazionale ed è una bella trovata: tutti gli eventi del settore turistico e dell’enoturismo vengono promossi sotto un unico marchio".

Questo contribuisce a valorizzare le eccellenze e a fare squadra?

"Esatto, infatti al Vinitaly è stato acquistato uno spazio di 1400 metri dedicato interamente alla regione. Prima le aziende erano tutte sparpagliate tra i padiglioni, e così alla Calabria in sé restava una piccola parte, un po’ marginale. Quest’anno, invece, tutto è stato unificato sotto un unico brand. Sono azioni come questa che fanno la differenza".