
Andreas Kofler, Katrin Werth e Eduard Bernhart con il volume
Trentino Alto-Adige. O meglio, Trentino e Alto Adige. Due famiglie diverse, in tante cose e anche nel vino. E diversi saranno anche i padiglioni al Vinitaly; il 3 per il Trentino, il 6 per l’Alto Adige (posizione C2/D2), insieme a Friuli Venezia Giulia e Slovenia. Andiamo con ordine, dunque.
Il Trentino sbandiera i suoi vitigni autoctoni, i rossi Teroldego e Marzemino e la bianca Nosiola, ma anche interessanti versioni territoriali di internazionali di lungo corso in queste valli: Merlot e Cabernet, in purezza o in bordolese, Chardonnay e Pinot Bianco. Ci sono poi i punti di contatto con il vicino Alto Adige, Müller-Thurgau e Traminer aromatico su tutti, ma anche Schiava e Lagrein hanno trovato discreta fortuna nell’area trentina.
Proprio in quest’ottica, interessante si annuncia la presentazione da parte di Cantina La-Vis delle sei nuove etichette – Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, Cabernet Sauvignon, Lagrein e Pinot Nero – della Linea Ritratti, la selezione d’alta gamma della storica cooperativa vitivinicola. Non si può tuttavia parlare di Trentino senza citare il Trentodoc, le bollicine di montagna di grande successo nel corso degli anni.
Venendo all’Alto Adige, saranno 90 i produttori presenti. Al di là delle singole peculiarità, sotto la regia del Consorzio di tutela particolare rilevanza sarà data alla Doc Alto Adige che nel 2025 compie cinquant’anni. Un traguardo celebrato anche con il libro Vino in Alto Adige: storia e presente di un territorio vinicolo unico, edito proprio dal consorzio in collaborazione con la casa editrice Athesia-Tappeiner: un viaggio immersivo attraverso secoli di tradizione vitivinicola della regione, disponibile da marzo in libreria e online.
L’anniversario sarà inoltre l’occasione per approfondire l’ambizioso progetto di zonazione, in vigore dalla vendemmia 2024 e che consente di compiere un ulteriore passo in direzione dell’unicità, così come i nuovi progetti legati all’enoturismo, strumento fondamentale per valorizzare il paesaggio e i suoi vini. "L’anniversario della Doc Alto Adige rappresenta un traguardo importante per il nostro territorio – commenta Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige – che ha saputo costruirsi un’identità forte e riconosciuta a livello internazionale. La denominazione, in tutti questi anni, ha saputo garantire la diversità e la ricchezza del nostro terroir alpino".
Oltre alla possibilità di apprezzare le referenze dei singoli produttori, il consorzio proporrà degustazioni tematiche comparative, con l’obiettivo di raccontare alcune delle peculiarità di questa regione: dal Gewürztraminer al progetto Spumante dell’Alto Adige, fino alla famiglia dei Pinot con tutte le sue sfumature, passando anche ovviamente per la freschezza e la longevità dei bianchi di montagna fino a emblematici vitigni autoctoni come Schiava e Lagrein.