
La famiglia Mastroberardino dell’omonima azienda agricola in provincia di Avellino vive il contesto socioculturale vitivinicolo da oltre due secoli. Le prime tracce della presenza in Irpinia risalgono al catasto borbonico, a metà del Settecento, epoca in cui la famiglia scelse il villaggio di Atripalda come proprio quartier generale, dove sono tuttora situate le antiche cantine, dando vita a una discendenza che legò indissolubilmente le proprie sorti al culto del vino.
Dieci generazioni, da allora, hanno condotto le attività di famiglia, tra alterne vicende, come sempre accade nelle storie delle imprese familiari di più antica origine.
Le tenute di famiglia sono così localizzate in Irpinia, culla di tre Docg: Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi, distribuite nelle varie aree del territorio con l’obbiettivo di preservarne l’identità ed assicurare la salvaguardia prima, la continuità e lo sviluppo poi, della viticultura autoctona.
È questa infatti la missione dell’azienda a difesa dei valori vitivinicoli tradizionali, con un occhio sempre puntato all’innovazione e all’interpretazione più moderna dei propri vini, attraverso una sintesi tra il carattere e lo stile della cultura antica e le più avanzate tecnologie qualitative. La famiglia Mastroberardino è rimasta in Irpinia a difendere questo patrimonio culturale: se oggi i vini sono definitivamente legittimati delle più esclusive e rinomate produzioni mondiali, è grazie alla costanza e all’enorme contributo di Antonio Mastroberardino, che ha continuato a rappresentare in maniera magistrale la fusione tra le radici del mondo antico e la sete di conoscenza dell’uomo.
La guida delle attività di famiglia è affidata oggi a Piero Mastroberardino, al timone dell’azienda dalla metà degli anni Novanta. Ampia la gamma dei vini, proposti in diverse linee. A partire da quella Heritage, che annovera , assieme alle Docg tipicge (Greco di Tufo, Fiano d’Avellino) anche Doc che raccontano un territorio come la Falanghina del Sannio e il Lacryma Christ bianco e rosso. Fra i Cru, invece, fa la sua comparsa un rosato, Lacrimarosa Irpinia da uve Aglianico, e bottiglie importanti come il Naturalis Historia Taurasi Riserva: rappresenta l’Irpinia, un territorio antico ed enigmatico che Virgilio definì: "Terra gelosa dei suoi tanti misteri".