Martedì 16 Aprile 2024

L’enologia verso il futuro Peresani: "Fra le sfide, il cambiamento climatico"

Esperta di legislazione vinicola, racconta i trend, come i vitigni resistenti "Il nostro è un mondo ancora al maschile, ma all’università vedo tante ragazze".

L’enologia verso il futuro  Peresani: "Fra le sfide,  il cambiamento climatico"

L’enologia verso il futuro Peresani: "Fra le sfide, il cambiamento climatico"

di Letizia Gamberini

L’enologia, si sa, è ancora un mondo a netta maggioranza maschile, ma le cose iniziano a cambiare. Parola di Chiara Peresani, friulana, oggi consulente per aziende, soprattutto in territorio veneto, all’interno del Consiglio di amministrazione di Assoenelogi. Alle spalle, studi di Agraria, esperienze in Spagna, e vendemmie fra Italia e Sud America e una importante esperienza in una cantina sociale.

Quali sono le impressioni in attesa del Vinitaly, è ancora una grande festa?

"Le impressioni sono positive, la fiera è sempre un modo per incontrarsi di persona, scambiare opinioni e confrontarsi su prezzi e mercati. Per il nostro settore è fondamentale".

Come sta il mondo del vino, ha superato gli anni di pandemia?

"All’interno di una bottiglia c’è sempre una storia. Il vino non è qualcosa di cui abbiamo bisogno, ma molte persone si approcciano per un legame con la tradizione, in un momento di condivisione con gli amici o la famiglia. O per se stessi. E dunque il vino ha unito molte persone anche durante il Covid e nel nostro settore si sono sviluppate moltissime attività di e-commerce che hanno permesso alle aziende di crescere in poco tempo, accelerando un processo che era già in previsione".

Quali vini in particolare si sono distinti?

"Quelli di pronta beva, adatti alle tasche di tutti".

Come sono cambiati i gusti delle persone?

"Il consumatore finale oggi ha un’attenzione diversa e preferisce vini più freschi, con una gradazione alcolica inferiore. Questo anche per un consumo più consapevole, responsabile e veloce: le nuove generazioni oggi sono molto attente".

Una delle sfide oggi, anche per chi lavora in vigna, è il cambiamento climatico.

"Il cambiamento climatico è legato soprattutto alla mancanza d’acqua e al problema per cui uno stesso vino fra qualche anno non rispecchierà le stesse caratteristiche organolettiche".

Le possibili contromisure?

"Sta al mercato approcciarsi a varietà più sostenibili, come i vitigni resistenti che permettono di lavorare con trattamenti ridotti in campo, ma con caratteristiche diverse in cantina. E poi prevedere sistemi di irrigazione che permettano un utilizzo più consapevole dell’acqua o sistemi di recupero. Sono tutte cose in via di sviluppo, ma ovviamente dipendono anche dalle dinamiche politiche: chiaramente i costi sono ancora molti alti e non sostenibili per tante aziende".

Uno sguardo al futuro?

"Il trend è quello dei vitigni resistenti, geneticamente modificati – in un pezzettino di dna – che permettono di limitare i trattamenti in campo contro certe malattie. Ci sono produttori che hanno iniziato a utilizzarli e organizzano degustazioni e la legislazione vitivinicola li permette, soprattutto in Trentino Alto Adige e Veneto. A differenza della Francia, in Italia i vini non possono assumere la denominazione d’origine Docg o Doc. Ci sono varietà bianche o rosse, modificate geneticamente che si avvicinano molto a varietà storiche".

E il mercato che vini chiede?

"Fra le varietà che ’comandano’ c’è il Prosecco, brand che funziona sempre moltissimo a livello globale, e lo Chardonnay, molto versatile".

Enologa o enologo?

"Preferisco con la a, ma è uguale. È un mondo ancora prettamente maschile, soprattutto in fase di produzione, anche, dicono, per un tema di forza fisica. All’università, però, ci sono tantissime ragazze iscritte e per la parte più legata alla commercializzazione, laboratorio e legislazione stanno crescendo le figure femminili. Piano piano, forse si arriverà anche alla cantina".