Giovedì 25 Aprile 2024

Export in crescita L’Istituto marchigiano di tutela vini: "Merito della qualità"

Il +9,8% sui mercati internazionali è superiore alla media italiana. La soddisfazione del presidente dell’ente, Michele Bernetti:. "Premiato lo sforze delle aziende ma anche quello di regia".

Export in crescita  L’Istituto marchigiano  di tutela vini:  "Merito della qualità"

Export in crescita L’Istituto marchigiano di tutela vini: "Merito della qualità"

di Beppe

Boni

La bandiera delle Marche è il Verdicchio, un prodotto che negli ultimi anni sta crescendo in qualità e in visibilità con i “gioielli” prodotti soprattutto a Jesi, ma con ottime bottiglie anche nel resto della regione. Oggi i vini marchigiani sono tra i più ricercati dell’Italia centrale, come sottolinea Quattrocalici enciclopedia del vino, con una proiezione sempre più estesa anche all’estero.

Le Marche hanno un territorio molto variegato, collinare per il 70% e montuoso per il 30%. Le fasce di pianura sono racchiuse in piccole aree prevalentemente lungo la costa. Il clima è modulato dalla disposizione e dell’altitudine dei rilievi. Questa composizione rende la regione particolarmente vocata alla viticoltura, con oltre 12.000 ettari quasi tutti in zone collinari con una produzione superiore al milione di ettolitri di vino all’anno. Il quadro è il seguente: vini DOP 39% vini IGP 24%, vini rossi e rosati 45%, vini bianchi 55%. Le denominazioni di origine sono 5 Docg, 15 Doc, 1 Igt.

In questo quadro l’export ha il vento in poppa. Supera infatti la soglia dei 75,6 milioni di euro l’export di vino marchigiano, che dopo aver chiuso il 2022 con valori in crescita del 25,9% sul 2021, prima di Vinitaly ha fatto tappa ProWein Dusseldorf in Germania, uno dei Paesi che più apprezza i prodotti della regione. Alla rassegna tedesca la rappresentanza dell’Istituto marchigiano tutela vini (Imt), presente anche il direttore Alberto Mazzoni, hanno preso parte 40 aziende di cui 19 aderenti alla collettiva presente sotto la bandiera della Regione Marche mentre 21 produttori soci del consorzio hanno esposto in spazi propri.

Il presidente dell’Istituto, Michele Bernetti, è entusiasta. "Registriamo un dinamismo crescente sui mercati internazionali, con risultati oltre la media nazionale (+9,8%) che premiano non solo l’impegno delle aziende, ma anche lo sforzo di regia nel mettere a sistema la promozione a livello consortile e regionale, puntando sulla qualità. L’aumento in valore dell’export, non direttamente proporzionale ai trend dell’imbottigliato 2022, è dovuto a una serie di fattori: da una parte l’indubbia accelerazione sul terreno internazionale delle nostre imprese, dall’altra l’aumento forzato dei listini dovuto all’escalation dei costi di produzione, ma soprattutto è evidente l’impatto della crescita del segmento premium, a partire dai Verdicchio Superiore e Riserva".

Secondo i dati Istat, la Germania rappresenta infatti la seconda destinazione per i vini marchigiani dopo gli Stati Uniti, con vendite in aumento del 9% sui valori 2021. Circa due bottiglie marchigiane su 10 destinate ai consumatori Ue vengono stappate all’interno dei confini tedeschi. Il mercato statunitense però rimane leader dato che assorbe esportazioni per oltre 19,3 milioni di euro e vale il 23,6% dell’intero export enologico marchigiano. E sono proprio gli Usa a registrare l’incremento più significativo, pari a +83,1%, seguiti da Giappone (+53,8%) e Paesi Bassi (16,1%).

Tra le aree di produzione che fanno capo a Imt si conferma capofila Ancona da cui provengono 6 su 10 bottiglie destinate ai mercati internazionali. Seguono Pesaro e Urbino, Macerata e Fermo.

Il dinamismo delle Marche del vino è molto forte e organizzato e, fra le altre cose, punta con energia sull’enoturismo, un settore che si sposa perfettamente con la bellezza del territorio, fatto di dolci colline e borghi storici. Il progfetto Enoturismo Marche dalla vigna alla tavola, è stato presentato qualche tempo fa dall’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini. "Questa regione – ha detto l’assesore – punta sul buon vino e, novità di quest’anno, anche sulla birra. Valorizzare la regione significa investire sulle eccellenze del territorio, anche con momenti conviviali che sono occasioni di promozione e sviluppo. Una dinamica che muove l’economia e ci rende competitivi. Questa iniziativa – ha spiegato – contribuisce a rafforzare l’esperienza enoturistica attraverso il connubio fra ristorazione, cantine vinicole e birrifici artigianali". I progetti presentati attraverso il bandi Dalla vigna alla tavola sono finalizzati a promuovere in abbinamento con la cucina marchiana (che non ha nulla da invidiare a quella di altre regioni italiane) l’utilizzo di prodotti territoriali di qualità certificata. Da qui l’impulso a dar vita a momenti come degustazioni, aperitivi e cene a tema per la valorizzare i vini Docg, Doc e Igt.

Oggi l’Istituto marchigiano tutela vini comprende 556 aziende associate, 16 denominazioni di origine di cui 4 Docg . L’Istituto rappresenta l’89% dell’imbottigliato della zona di riferimento e incide per il 45% sull’intera superficie vitata regionale (oltre 7.500 ettari tra le province di Ancona, Macerata, Fermo e Pesaro-Urbino). Dal 1999 supporta tutti i produttori e garantisce l’autenticità delle produzioni con una forte attività di marketing.

L’anno scorso a Vinitaly sotto l’egida dell’Istituto sono state stappate oltre mille bottiglie in un brindisi continuo, con una presenza di pubblico da record che, stando ai presupposti, dovrebbe avere facilmente un altro replay anche in questa edizione della kermesse veronese.