
Giovanni Traini, presidente della Cantina dei Colli Ripani
Nelle Marche, a 494 metri di altitudine, sorge una tra le più conosciute e produttive cantine della regione: la Cantina dei Colli Ripani. Una dinamica cantina cooperativa che trova forza in oltre 330 produttori autoctoni, nata dal forte desiderio di tutelare e valorizzare la propria produzione attraverso il rispetto di quelle terre che danno vita ai nativi vini Sangiovese, Montepulciano, Pecorino e Passerina.
Presidente Giovanni Traini, come parteciperete al Vinitaly? "Quest’anno arricchiamo la partecipazione con la presenza dello chef Gianmarco Di Girolami: una carta vincente, perché rappresenta il Piceno e rispecchia al meglio il territorio con la sua cucina tipica, autoctona e marchigiana".
Quali altre novità? "Per fronteggiare l’eventuale calo dei consumi dovuto al nuovo codice della strada, ci siamo attivati con progetti sperimentali di vini ‘no alcol’ o ‘low alcol’".
Ci dica di più. "Questi prodotti sono presenti sul mercato internazionale già da 15-20 anni. Fino ad oggi, però, sono state effettuate produzioni con tecniche che fanno perdere le peculiarità dei prodotti di partenza".
Adesso non è più così? "Si cerca di ottenere prodotti no alcol di qualità partendo da un vino di livello alto. Abbiamo condotto da noi una sperimentazione attraverso un processo di dealcolazione rispondendo così alle nuove esigenze della clientela. Vini senza alcol che non fanno concorrenza agli altri nostri prodotti e, anche se con un’identità diversa, derivano sempre dai nostri vitigni autoctoni come Passerina, Pecorino e Sangiovese. Al Vinitaly presenteremo due bianchi e un rosso e vedremo quale sarà il riscontro dei nostri clienti, per poi ragionare su una produzione più strutturata".
Il Vinitaly è un’occasione? "È il primo punto per avere un contatto diretto con la nostra clientela, ci sembra un’occasione ghiotta per proporre nuovi prodotti, oltre a nuovi formati un po’ più smart che possono garantire una carta in più già da giocarsi".
Qualche esempio? "Le bottiglie da 0,375 possono essere un’ottima soluzione. Il servizio al calice per molti sembra scontato, ma diversi ristoranti non aprono la bottiglia. Ecco allora una soluzione che che può funzionare: lo screw cap".
Di cosa si tratta? "È un tappo a vite che consente di aprire e richiudere la bottiglia per poi consumarla in seconda battuta. Una soluzione a basso impatto che potrebbe risolvere alcune problematiche. Per quanto riguarda i vini tradizionali, non perdiamo il nostro focus e a Vinitaly presentiamo la nuova vendemmia 2024. E la nostra azienda è certificata dal punto di vista della sostenibilità".
Questo in cosa si traduce? "Siamo un’azienda al passo con i tempi e legata al territorio".
Francesco Moroni