Sabato 20 Aprile 2024

Terremoto e contributo sull'affitto: mezzo miliardo in 5 anni. Ma è guerra di ricorsi

La Protezione civile porta i terremotati al Consiglio di stato. Gli sfollati chiedono di annullare le ordinanze che danno una stretta sul contributo. "Sono anticostituzionali". Il verdetto il 25

Pescara del Tronto dopo le scosse del 24 agosto 2016

Pescara del Tronto dopo le scosse del 24 agosto 2016

Roma, 14 marzo 2021 - Ha superato il mezzo miliardo di euro (per la precisione 506 milioni), è erogato a 31mila famiglie terremotate - la maggior parte concentrate nelle Marche, come i danni - ma continua ad essere una fonte inesauribile di polemiche. Il Cas - contributo di autonoma sistemazione, insomma un aiuto sull'affitto, in media 400-500 euro al mese - a ormai cinque anni dal terremoto del Centro Italia  alimenta ricorsi su ricorsi. In mezzo anche inchieste della Finanza che hanno scovato centinaia di furbetti.

L'ultimo atto di una lunga vicenda a colpi di carte bollate vede contrapposti una coppia di insegnanti maceratesi un comitato  e la Protezione civile. Decisa a mantenere la stretta sul contributo messa per iscritto dalle ordinanze 614 e 670. E a portare i terremotati al Consiglio di Stato. Perché, è il ragionamento, il Cas non va inteso come un reddito e rimodularlo vuole essere un modo per incentivare la ricostruzione.  Ma, obiettano gli sfollati del sisma 2016 - che hanno presentato ricorso per annullare le ordinanze -, proprio i numeri importanti del contributo  sono  piuttosto  lo specchio di una ricostruzione al rallentatore.  Non solo: le nuove regole creano disparità. Un paradosso su tutti: perde il contributo chi ha acquistato casa nel comune di residenza o in quelli limitrofi; lo mantiene chi è andato fuori. Qualche sindaco aggiunge: la spesa del Cas è comunque abbondantemente sotto quella sostenuta per una casetta. Non solo: le Sae hanno richiesto interventi urbanistici complessi e spazi adeguati. Per questo la linea è stata quella di incentivare l'affitto. . Diego Camillozzi, presidente del comitato 'La terra trema noi', calcola: "Il problema riguarda un migliaio di terremotati, nelle 4 regioni del cratere".

IL COMITATO E GLI AVVOCATI

L'avvocato Tina Fusari - che rappresenta una coppia maceratese  - aveva vinto al Tar su un punto, spuntando la garanzia di 36 mensilità anche per chi ha acquistato casa prima del novembre 2019, data dell'ordinanza 614 (che invece all'articolo 2 prevedeva il contributo forfettario solo per il 'dopo').  La correzione gioverebbe a  centinaia di terremotati. Che invece non possono veder riconosciuto quel diritto. Perché nel frattempo la Protezione civile ha deciso di impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. La discussione è prevista per il 25 marzo. Mentre a gennaio il Tar aveva respinto l'altro ricorso gemello, presentato dal comitato "La terra trema noi no". Vicenda infinita, insomma, anche se Camillozzi - assistito dagli avvocati Jacopo Severo Bartolomei, Federico Valori e Marco Massei - è convinto: "La spunteremo. Noi non vogliamo un reddito di cittadinanza. E fin dall'inizio abbiamo detto che si è sbagliato a quantificare il Cas. Magari ci sono famiglie che hanno aiuti per 1.500 euro, altre per 500. Lo Stato dice, hai un disagio abitativo? Ti pago l'affitto finché non torni a casa. Ma non vale che perdi il contributo se ad esempio  ti sei trasferito fuori dalle regioni del cratere. Quindi se uno trova lavoro a Roma va bene, se invece ha un'occasione a Rimini perde tutto. Assurdo. Per questo noi consideriamo le due ordinanze anticostituzionali". Ancora: "Se a cinque anni dal terremoto siamo all'1% del ricostruito la colpa non è nostra. Faccio un esempio sui danni lievi. Ci sono terremotati costati magari 100mila euro di autonoma sistemazione mentre la casa aveva bisogno di lavori per 60mila. Nel frattempo il danno si è aggravato perché nessuno ci ha messo le mani. Ci dicono: siamo al 60% dell'aumento delle pratiche. Sì, ma è il 60% dell'1%". Quella percentuale con il segno più è contenuta nel rapporto 2020 del commissario  Giovanni Legnini. Che fa sapere: passate da 12mila a 20mila le domande  dei contributi pubblici per privati e attività produttive, per 5,6 miliardi;   7mila quelle approvate (erano 4.200), per 1,6 miliardi concessi, 709 milioni da 303 i finanziamenti effettivamente erogati. Si ricorda poi che le somme effettivamente erogate sulla base dello stato di avanzamento dei lavori nei cantieri  sono più che raddoppiate rispetto a fine 2019, passando da 303 a 709 milioni di euro. Il 2021 confermerebbe l’andamento positivo.

Tecnici e burocrazia.

In questio scenario, il Cas continua comunque a dividere. Il sindaco di Bolognola, Cristina Gentili, non ha dubbi:  "Io lo avrei tolto dopo un anno. L'aiuto va dato, ma nel modo giusto. Quel contributo andava senz'altro riconosciuto nell'immediato. Però poi la gente deve sapere che è limitato. Dopo un anno devi avere deciso cosa fare. Il problema della ricostruzione spesso sono i tecnici. Non do la colpa ai cittadini. Ma a quasi cinque anni dal sisma, non ci può più essere la scusa che le norme non sono chiare. Perché ci sono tecnici che sono stati in grado di andare avanti e finire. Guardo nel mio piccolo, su 180 casi  ho solo 4 lavori conclusi, altri 4 in corso. E pratiche che si sono sbloccate solo adesso, perché l'ultima ordinanza ti mette alle strette".