Giovedì 18 Aprile 2024

Oltre Vaia: così rinasce il bosco sull'Altopiano di Asiago

Nelle foreste del monte Mosciagh - quelle della prima guerra mondiale - diventano un'area di studio e didattica. A dimora seimila piantine. Non più solo abete rosso ma anche faggio, larice e sorbo

Il rimboschimento sull'Altopiano di Asiago

Il rimboschimento sull'Altopiano di Asiago

Padova, 31 ottobre 2020 - Guardando 'Oltre Vaia', arriviamo  in uno dei luoghi più affascinanti d'Italia, l'altopiano di Asiago. Sono le terre del primo conflitto mondiale, i luoghi degli scrittori che ci hanno raccontato l'insensatezza di tutte le guerre.  Quassù possiamo trovare l'eco delle pagine di Emilio Lussu e Mario Rigoni Stern. E sono le foreste finite due anni fa nel ciclone della tempesta perfetta, raffiche di vento a 200 chilometri all'ora che nei sette Comuni hanno schiantato 2.300 ettari di bosco. La montagna e il coraggio. Lo stesso che serve oggi  "per disegnare un nuovo concetto di resilienza dei territori, a partire proprio dagli alberi”, ci mette la firma Diego Florian, direttore di FSC Italia,  il Forest Stewardship Council, organizzazione internazionale di certificazione forestale.  Uno dei partner del progetto "Oltre Vaia", con il Comune di Asiago, l'Università di Padova e Treedom, la società di Firenze che ha come ragione sociale un mondo più verde e finanzia il rimboschimento. Siamo sul monte Mosciagh, quello della Strafexpedition austriaca e degli eroici assalti alla baionetta. Qui nascerà un laboratorio a cielo aperto. L'obiettivo: aiutare a ricrescere il bosco devastato dalla tempesta che  tra il 27 e il 29 ottobre di due anni fa, in soli tre giorni, schiantò "un quantitativo di legname 7 volte superiore al prelievo annuo nazionale", ricorda Fsc. Anche se Florian chiarisce: ,"Siamo appena all'1,1% dell'intera superficie forestale pluviale primaria persa nel 2018" (dati Global forest watch). Il progetto guarda al futuro, come spiega Diego Rigoni,consigliere delegato al patrimonio del Comune di Asiago, primo promotore dell'iniziativa. Non più solo abete rosso. Sulla cima del Mosciagh, in un'area di tre ettari, saranno messe a dimora "circa 6.000 piantine tra cui abete bianco, larice, sorbo, betulla, faggio, acero e altre specie autoctone". Tranquilli, nessuno stravolgimento, sono sempre storia di queste terre. Un patrimonio verde che diventerà una foresta didattica, per visite guidate delle scuole. “È un modo per far capire alla nostra comunità e all’esterno il modo con cui sono gestiti i nostri boschi, e testimoniare che una ripresa è possibile soltanto se daremo ancora più importanza alla resilienza e resistenza di queste aree”, è convinto Rigoni. Un'accelerata ma non uno stravolgimento delle dinamiche naturali, precisa  Emanuele Lingua, professore associato di selvicoltura nel dipartimento TESAF dell’Università di Padova e responsabile tecnico-scientifico di "Oltre Vaia". Nelle previsioni, tutto si dovrebbe concludere in primavera. Intanto si è già fatto un rimboschimento dimostrativo, con shelter in cartone sostenibile certificato FSC .