Roma, 22 aprile 2021 - Gli italiani hanno preso d'assalto le montagne. Hanno cercato di tornare a respirare dopo la fatica del lockdown da Covid-19. Questa analisi è fotografata anche dai numeri ancora una volta record del Soccorso alpino nel 2020. Mentre le squadre si preparano a un'altra estate calda, fanno i conti con le statistiche sempre in salita dell'anno scorso. Per la seconda volta consecutiva sono state superate le 10mila missioni (10.279). Molto alto anche il numero dei morti, 450. Sono stati soprattutto gli escursionisti - 4.579 casi, vuol dire il 46,6% del totale - a richiedere l'intervento degli specialisti delle cime. Cadute e scivolate sono in vetta alla classifica con 4.604 casi (46,9%), seguite al secondo posto dalla voce incapacità (28,4%). Che cos'è? Ad esempio la perdita di orientamento o lo sfinimento. Al terzo posto i malori, con 1.158 infortunati e 356 chiamate. In coda il meteo, con 356 chiamate. Perché, come amano ripetere gli uomini di montagna, più del tempo buono o cattivo, conta l'equipaggiameto buono o cattivo. Le persone soccorse sono state poco meno di 10mila (9.824).
Assolutamente alto il numero di dispersi: 90 le persone partite per la montagna e mai tornate a casa, con un'impennata significativa del fenomeno, rispetto ai 61 dell'anno scorso. Sono i misteri mai risolti. Come quello di Adriano Duse, il professore gentile di Maerne di Martellago (Venezia), sparito l'8 maggio 2016 dopo un'escursione sulle Dolomiti friulane. Nel complesso, i numeri sono tanto più significativi se pensiamo che è stato l'anno del lockdown. Ma proprio per questo, la montagna d'estate è diventata la meta privilegiata per milioni di Italiani che volevano scrollarsi di dosso la fatica della costrizione in casa. Molti andavano in quota per la prima volta, una parte - comunque minoritaria, riconosce il Soccorso alpino - non ha preso le dovute precauzioni dimenticando la prudenza. Da qui il balzo negli interventi, che hanno registrato un +45% su scala nazionale. Alla fine sono stati 43.247 i soccorritori impiegati, quasi 200mila le ore d'intervento. Per dirla con il presidente Maurizio Dellantonio, "anche se c'era il lockdown non ci siamo mai fermati con l'addestramento, consapevoli dell'impegno che ci aspettava". E quest'anno si attende la replica, nella speranza che tornino anche gli stranieri.