Martedì 23 Aprile 2024

Rigopiano, "mio papà morto di crepacuore"

Se n'è andato Franco Di Michelangelo, il padre di Dino, una delle 29 vittime. Il comitato: "Neanche un anno fa è scomparsa la mamma di Marco Vagnarelli. Il dolore uccide. Ma noi non ci arrendiamo"

Da sinistra, Dino Di Michelangelo con il papà Franco e la mamma Loredana

Da sinistra, Dino Di Michelangelo con il papà Franco e la mamma Loredana

Rigopiano (Pescara), 30 agosto 2020 - “È morto di crepacuore. Papà è l’ultima vittima di Rigopiano”. Alessandro Di Michelangelo lo dice piangendo. Ha appena seppellito il padre Franco. Aveva  71 anni, era il papà di Dino, il poliziotto buono morto nel resort sul Gran Sasso con la moglie Marina Serraiocco, quel maledetto 18 gennaio di tre anni fa. “Dopo la tragedia non era più lui – non si dà pace la vedova Loredana nella casa di Chieti –. Si è lasciato andare. Venerdì si è sentito male. In pochi minuti è andato via”. “Nonno Franco, grazie per averci reso quello che siamo e che saremo”, hanno scritto in un manifesto funebre “gli adorati nipoti Francesco e Samuel”. E come dimenticare quell’ultimo nome, il figlioletto di Dino e Marina che si salvò dall'inferno in Abruzzo, miracolosamente, riparato nella stanza del biliardo. Già: almeno loro, i piccoli, furono risparmiati dalla strage. Tornarono a casa tutti, erano in quattro.  “Papà è la 31esima vittima di Rigopiano”, insiste Alessandro, poliziotto come il fratello. Sì, 31esima. Perché dopo i 29 morti, rimasti sotto le macerie dell’hotel travolto da una valanga, nel 2019 - e ancora non è trascorso un anno - se n’è andata anche Luciana, la mamma di Marco Vagnarelli.  Lui era in vacanza con la donna della sua vita, Paola Tomassini. Non sono più tornati. “Combatteremo anche per te insieme ai tuoi cari. Non li abbandoneremo”, ha scritto per il papà di Dino il comitato vittime di Rigopiano. Marcello Martella, che quel giorno ha perso la figlia Cecilia, dà voce al sentimento di tutti. “Ciascuno di noi – confida – fin dall'inizio teme di non vedere giustizia, per i nostri morti. Prima se n’è andata una mamma, ora un papà. Il dolore stronca. Ma noi non ci arrendiamo”. Il processo deve ancora cominciare, è stato un anno di rinvii. Il tempo passa, inesorabile. C'è un comprensibile smarrimento. Poi però prevale la tenacia. “Hai combattuto senza sosta sin da quel 18 gennaio 2017 e fino all’ultimo", scrive Alessandro Di Michelangelo, parlando al padre che non c'è più. Lo ricorda pronto "a combattere come un leone per la giustizia insieme alla tua adorata moglie. Ora sarai accanto a Dino a proteggerci dal cielo. Continueremo noi in terra la battaglia per la giustizia dei vivi. Un giorno ci rivedremo ma non ora. C’è ancora tanto da fare. Buon viaggio papà”.