Giovedì 25 Aprile 2024

Rigopiano, lo strazio infinito. Le famiglie: "Ora tutta la verità"

Il dolore delle famiglie a Rigopiano

Il dolore delle famiglie a Rigopiano

Rigopiano (Pescara), 18 gennaio 2019 -  La piccola Gaia stringe la mano ai ministri, il visino è serio e concentrato, sembra più grande dei suoi sette anni, per stare qui ci mette tutta la forza che ha. Cerca lo sguardo del babbo, Giampaolo Matrone è rimasto vivo per sessanta ore, incastrato dalle macerie, per tornare da lei. Non ce l’ha fatta la moglie Valentina Cicioni. La bimba invece era rimasta a casa, dai nonni. C’è più dolore e meno rabbia nel secondo anniversario della strage di Rigopiano, 29 morti e 11 scampati.  Ieri a Farindola sono arrivati i ministri Salvini e Di Maio per dire: lo Stato c’è. Davanti ai resti dell’hotel che ha condannato a morte genitori, fratelli e zii, fidanzati e figli, le polemiche restano lontane, lo strazio è troppo grande. "Grazie, siete dei veri papà", accoglie i due vicepremier Nicola Colangeli, padre di Marinella, che aveva solo 30 anni e gestiva la spa del resort, innamorata del suo lavoro. "La loro presenza è fondamentale, siamo stati noi a chiedere di incontrarli ancora", è il sentimento di Gianluca Tanda, presidente del comitato che rappresenta 25 vittime. Non si arrende: "Ancora non abbiamo tutta la verità. Siamo fiduciosi per le istituzioni buone. Ma quella parte malata deve essere colpita. Queste persone vanno rimosse". Gli è accanto Marcello Martella, instancabile papà di Cecilia, estetista del Rigopiano, morta a 24 anni. La moglie Angela piange. Ci sono le divise dei soccorritori, gli eroi di quei giorni. Si sente un grido, "adesso il presidente della Repubblica manda una corona, ma cosa ci fa una mamma adesso. Dovevano mandare uno spazzaneve due anni fa". Maria è la mamma inconsolabile di Stefano Feniello, che il giorno prima della strage a Rigopiano aveva festeggiato i suoi 28 anni. Il marito Alessio sta parlando con Salvini della "multa al dolore", 4.550 euro, condannato per aver violato i sigilli di quest’area sotto sequestro, voleva portare dei fiori. Il ministro non ha dubbi e lo dichiara: "Gli ho detto di non pagare un euro. Se c’è una legge sbagliata, cambieremo questa legge". "Mi processino pure", aveva dichiarato subito "il primo condannato della tragedia", per usare le parole dell’avvocato Camillo Graziano che lo difende e ieri ha presentato opposizione. Il dolore e la giustizia. Il destino ha mescolato le carte, sono stati giorni di commozione e di interrogatori. Singhiozza Paola Ferretti, la mamma di Emanuele Bonifazi, 33 anni, il receptionist dell’hotel. Con il marito Egidio ha fatto un lungo viaggio per essere qua, è arrivata da Pioraco, il borgo della carta nelle Marche terremotate. Si sono abituati tutti a lunghe trasferte nei due anni di impegno per il comitato e la giustizia. Il volto dolcissimo di Giuly Damiani, la fidanzata di Gabriele D’Angelo, è irrigidito in una smorfia di dolore. Lui aveva 32 anni, era cameriere nell’hotel. Volontario della Croce Rossa, aveva ben chiara la gravità di quel che stava accadendo. Quel giorno telefonò, chiese disperatamente aiuto fin dal mattino. Ma questo lo abbiamo saputo solo poco tempo fa, nel filone bis dell’inchiesta per depistaggio. Una parola che fa ancora più male, se c’è di mezzo lo Stato.